Corriere dell'Irpinia

A Bisaccia Arminio e “I giorni della letizia”, aspettando i Canti della gratitudine

Sono i ritmi della tradizione a rivivere nei Giorni della letizia a Bisaccia, in programma a partire dal 29 dicembre, promosso dalla Casa della paesologia, con la direzione artistica del paesologo e poeta Franco Arminio, che si conferma laboratorio capace di raccontare il territorio e il Mezzogiorno, scegliendo punti di vista differenti, facendo ancora una volta dello stare insieme, del confronto e del dialogo l’unica strada possibile per dare un senso a luoghi, feriti a morte dallo spopolamento e dalla rassegnazione. Di qui l’invito alla letizia, a riappropriarsi della bellezza della vita, dei tesori della natura, di cui si fa espressione la sua danza con la sua forte carica liberatoria. Al centro culturale Bonhoeffer si comincia il 29 dicembre con le lezioni di tarantelle e tozzaculo dell’Irpinia d’Oriente a cura di Pino Gala e Tiziana Miniati, alle 17.30, di scena i suoni della poesia e l’in-canto popolare. Il 30 dicembre, alle 10.30, visita al Museo etnografico di Aquilonia, quindi spazio ai laboratori di tarantelle e quadriglia a cura di Gala e Miniati. Un itinerario che  prosegue con “Oggetti e ricordi” con scambi di parole in versi e oggetti simbolo di biografie individuali. Il 31 dicembre, alle 11, “Sacro e dintorni: racconti, immagini e parole fra letteratura ed etnografia” a cura di Franco Arminio e Pino Gala. Alle 15 la festa sarà dedicata alle lezioni di ballo dell’Italia meridionale

Ospite d’eccezione del ciclo di laboratori Pino Gala, antropologo della danza. Ha iniziato a interessarsi di tradizioni popolari dal 1973, compiendo dapprima ricerche sui repertori orali del sud (proverbi e canti) per poi passare nel 1979 a privilegiare lo studio della danza tradizionale in tutta l’Italia. Dal 1984 ha collaborato con docenze accademiche (Diego Carpitella dell’Univ. di Roma, Paolo Apolito dell’Univ. di Salerno, Pietro Clemente dell’Univ. di Siena, Mario Atzori e Margherita Satta dell’Univ. di Sassari), col Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari di Roma, con l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, col Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara e con varie istituzioni culturali.
Ha collaborato negli anni accademici 1991-1995 con la cattedra di Storia delle tradizioni popolari (Gastone Venturelli) e negli anni 2007-2009 con la cattedra di Antropologia Culturale (Pietro Clemente) al D.A.M.S. presso l’Univ. di Firenze, svolgendo corsi annuali ed esami.  La sua intensa ricerca sul campo in quasi tutte le regioni italiane ha permesso di documentare audiovisivamente oltre 900 repertori di balli popolari, spesso ancora sconosciuti, sia in occasioni rituali che in vitro. Il materiale raccolto costituisce gran parte dell’Archivio di Documentezione Etnocoreutica, che è attualmente la più vasta raccolta esistente di documenti etnografici (oltre 800 ore di registrazioni audio su audiocassetta, bobina, DAT e SIM digitale, oltre 700 ore di film in Super 8 mm e video VHS, Super VHS, DV, DVCAM e HDV, migliaia di foto in b/n, col. e dia), iconografici e bibliografici sulla danza popolare italiana (una biblioteca con oltre 4000 volumi). L’A.D.E. conserva anche materiali sonori etnografici dei ricercatori Lombardi, Priore, Russo, Mazzocco.

Il 2 gennaio a Bisaccia prosegue la riflessione sul Mezzogiorno e le tradizioni con il confronto tra Franco Arminio e Peppe Voltarelli su “Scrivere e cantare da Sud”, il 3 gennaio si presenta la nuova raccolta di Arminio “Canti della gratutudine”, edita da Bompiani, con l’amico Dario Brunori. Una raccolta che parte dall’idea della poesia come esperienza comunitaria, come forma di resistenza. Franco Arminio si inoltra nel silenzio – quello dei paesi delle aree interne svuotati dall’emigrazione, quello delle notti in cui siamo soli di fronte alla nostra ossessione – alla ricerca di parole dense di significato e di luce. I suoi versi si offrono a tutti come occasione per aprire il cuore alla meraviglia e alla fratellanza, cantano l’importanza di prestare attenzione al minuscolo per sentirci parte dell’immenso.
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