Corriere dell'Irpinia

A Castelvetere sfilano le sponzatrici, fede e tradizione protagoniste

E’ un rito capace di riunire l’intera comunità la tradizionale processione  dedicata alla Vergine di Santa Maria delle Grazie con la distribuzione dei tortani benedetti e la sfilata delle sponzatrici. Questa mattina nella chiesa di San Lorenzo la celebrazione officiata dal vescovo Pasquale Cascio. A sfilare bambine vestite di bianco e ornate da numerosi monili d’oro, con il compito di distribuire i “tortani” (pane della Madonna), in tutte le case del paese. Un rito collettivo che dura mesi, con raccolta della legna in montagna che poi sarà utilizzata per cuocere migliaia e migliaia di tortani (simili ai taralli), opera del lavoro certosino delle donne del paese che si riuniscono in un forno comunitario. Pochi giorni prima della festa, la chiesa di San Lorenzo (dove aveva sede la Confraternita di S. Maria delle Grazie) viene allestita con drappi preziosi e fiori con un piccolo altare formato proprio da tanti tortani, dal quale le dispensatrici attingeranno il pane benedetto.

A Castelvetere sono tutte le donne del paese a preparare i tortani,  quarantacinquemila forme di pane, sistemate in grandi ceste sull’altare della chiesa, in omaggio alla Madonna delle Grazie per la benedizione. Le ceste sono poi consegnate alle “sponzatrici (dispensatrici)”, giovani fanciulle vestite di bianco, come tradizione, che danno inizio alla processione dietro alla statua della Vergine per le vie del borgo. Si tratta di bambine dai 7 agli 11 anni, vestite di bianco, accompagnate casa per casa da un cavaliere (di solito un parente, fornito di un bastone in segno di tutela e protezione) e da una madrina che le proteggono da eventuali aggressioni. Le fanciulle portano indosso non solo i migliori gioielli di famiglia ma anche tutto l’oro del paese che è stato loro affidato, perciò vanno salvaguardate. I genitori chiedono in prestito i preziosi di famiglia a parenti e amici, catalogando ogni pezzo con un numero e il nome del proprietario. Il giorno prima della celebrazione, l’oro verrà pazientemente cucito sui corpetti degli abiti delle bambine. La distribuzione continua il giorno successivo per le campagne.

Una devozione, quella legata alla Vergine delle Grazie, legata a un’antica leggenda. Ad un’anziana donna sarebbe apparsa la Madonna delle Grazie che le chiese che in quel paesino così devoto fosse eretta una chiesa a lei dedicata. La donna così si rivolse al curato, alle autorità, al popolo, ma all’unanimità fu presa per pazza. Tornata alla sua povera casa, riapparve di nuovo la Madonna che promise alla vecchierella che avrebbe fatto cadere della candida neve nel punto esatto in cui voleva fosse eretto il suo tempio. La vecchina tornò dal curato, dalle autorità, dal popolo che cercarono per il paese fino a quando, ai piedi del Castello, non trovarono una piazzetta coperta di neve.
Era il 28 aprile. Della vecchierella non si trovò più traccia, tanto che si disse che quella povera fosse proprio la Madonna. Subito furono raccolti i fondi e costruita la chiesa detta “tempietto del miracolo”, nel 2000 elevata a Santuario diocesiano. La processione nasce dalla donazione di una anziana donna di un appezzamento di terra adibito a grano, perche si producesse pane per i poveri.

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