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A Villanova è il giorno della tirata del Giglio

E’ il giorno della tirata  del giglio a Villanova del Battista. A sfilare sarà ancora una volta l’obelisco piramidale dell’altezza di 28 metri con 5 differenti registri dalle pregevoli decorazioni artistiche e da una cuspide che sormonta il tutto. Il giglio è rivestito da pannelli in paglia e avena fatua artisticamente intrecciate.

La festa che si ricollega ai riti di ringraziamento per il raccolto rappresenta un’offerta votiva della comunità villanovese a San Giovanni Battista. Le celebrazioni prendono il via il 27 agosto con il rituale dell’“alzata” che porta la macchina artistica dalla posizione supina a quella verticale. Dopo il “tiro” del 27 agosto, il giglio rimane in piazza Aldo Moro, davanti alla chiesa dell’Assunta, per essere ammirato da tutti fino al primo martedì del mese di ottobre, giorno in cui cade la festa di San Rocco.

Una festa a cui partecipa l’intera comunità, riunendosi con assiduità, già nei mesi precedenti la festa, nei locali e nel cortile della Scuola dell’Infanzia. Qui arrivano le spighe di grano e avena che i contadini hanno mietuto si selezionano i fusti migliori che vengono preparati alla lavorazione facendoli macerare in acqua. La tecnica di lavorazione della paglia è tramandata di generazione in generazione e oggi sono soprattutto i più giovani a portare avanti la tradizione dell’intreccio, coadiuvati dagli anziani e dalla partecipazione corale della comunità.   Fra il 2002 e il 2005 gli alunni della scuola media di Villanova, coadiuvati dalla prof.ssa Angiolina Di Cecilia, hanno realizzato di un vero e proprio “manuale” che illustra con immagini fotografiche, in modo puntuale, tutte le fasi operative per la costruzione del giglio e le tecniche di lavorazione della paglia: Il Giglio di Villanova del Battista. Manuale e Storia. Delta3 Edizioni, Grottaminarda, 2005.

La tradizione popolare associa il Giglio ad un ex-voto realizzato da Costantino Ciccone in onore di San Giovanni Battista fin dal 1800. Inizialmente l’ex-voto era costituito da un obelisco alto appena due metri, successivamente la struttura si fece più complessa e fino al 1930 è attestata la realizzazione di due gigli: uno alto 25 metri lavorato con il “gralito”, ovvero l’avena selvatica più duttile e priva di nodi nel gambo, l’altro più piccolo realizzato con il gambo di grano tenero.  Con il disastroso terremoto che il 23 luglio 1930 distrusse completamente il paese la tradizione fu interrotta, ma durante questo periodo i villanovesi si recavano nella vicina comunità di Flumeri e ogni anno, il 15 agosto, contribuivano alla tirata del giglio di grano di quella comunità realizzato in onore di San Rocco. Solo nel 1986, per iniziativa del sindaco Ottaviano Silano, la tradizione del giglio di Villanova per San Giovanni Battista fu ripresa e da allora non è stata più interrotta.

 

 

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