Il Tribunale di Avellino, nella figura del dr. Gian Piero Scarlato, ha emesso una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, a favore di F.G residente a Tufo e fratello dell’attuale vicesindaco del comune irpino. La sua assoluzione è di particolare interesse, in quanto era stato accusato di una truffa aggravata ai danni del Comune dopo essere stato imputato per sei anni. L’uomo è stato difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero.
L’accusa si basava su un presunto mancato adeguato aggiornamento del suo status di assegnatario di un alloggio popolare. Inizialmente, una persona aveva segnalato che l’uomo non aveva comunicato al sindaco il cambiamento nella situazione abitativa di sua moglie. Tuttavia, nel corso del processo, è emerso che non esisteva alcuna legge regionale che imponeva tale obbligo per gli assegnatari di alloggi popolari. Inoltre, la situazione era complicata dal fatto che l’immobile in questione, di proprietà della moglie, era originariamente un deposito agricolo che stava subendo una modifica nella sua destinazione d’uso, quindi non era adatto come abitazione.
La decisione di assoluzione è stata quindi giustificata dal fatto che i presupposti per l’accusa erano mancanti: la legge regionale non imponeva l’obbligo di comunicare tali variazioni, e l’immobile non era idoneo come abitazione. Il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a 2 anni e 2 mesi. La sentenza ha un significato particolare anche perché sembra che durante il processo sia stato strumentalizzato a fini politici, con volantini e manifesti che hanno distorto il processo penale.