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Acqua, il blitz estivo del governatore De Luca per la gestione di opere e sorgenti: Nasce “Grandi reti idriche Campane Spa”

In estate, complice il caldo e la voglia di staccare un poco la spina dal lavoro, l’attenzione  della gente  è tutta rivolta alle tanto agognate ferie.  Un periodo, quello estivo,  ritenuto, però dai politici, quello più  propizio per far  approvare atti legislativi senza darne ampio risalto.  E il mese di agosto è quello, che appare il più adatto per spostare l’interesse di  cittadini e di  esponenti politici di opposizione  da delibere, che potrebbero, forse accendere gli animi o risvegliare le dormienti coscienze  dei cittadini. E forse sarà stato questo il pensiero del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che  approfittando delle ferie estive di agosto, ha deciso dare un’ulteriore spinta all’iter per l’affidamento della gestione di opere di considerevole valore per la Campania.

Con la delibera n° 399 del 25 luglio del 2024 la Giunta Regionale ha approvato per la gestione della Grande Adduzione primaria di interesse regionale,  la costituzione  di una società a partecipazione pubblico – privata, “Grandi reti idriche Campane Spa ”  e del suo statuto per  la gestione che dovrà amministrare le fonti idriche strategiche della Campania, tra le quali rientrano con l’Acquedotto delle Normalizzazione anche Cassano Irpino (per la sfera di interesse irpino e campano, fatti salvo i diritti dell’Acquedotto Pugliese) e Baiardo a Montemarano, finora gestite dall’Alto Calore Servizi. Alla società,  con un mandato  di 30 anni  e che gestirà e infrastrutture e servizi del  sistema della Grande adduzione primaria, spetterà la  manutenzione degli impianti,  la progettazione di nuove opere e anche la riscossione delle tariffe dei servizi gestiti.Manca solo il via libera del consiglio regionale, atteso entro fine dell’estate per scegliere il socio privato, che garantirà l’operatività dell’azienda.

Ma, il blitz estivo messo a segno da De Luca non rappresenta una novità. La delibera  del 25 luglio scorso,  segue a quella varata nel 2022,  quando il Governatore campano, per sollevare dalle difficoltà  economiche dell’Alto Calore,  ha permesso, con una trattativa veloce e per niente difficile, alla Regione  Campania di acquisire le sorgenti di Cassano Irpino e di Baiardo a Montemarano del Fiume Calore. L’impianto del comune dell’Alta Irpinia è stato ceduto, infatti,  su decisione della dirigenza dell’Alto Calore per sollevare dai costi di gestione, che ammontano ad oltre 1 milione e 100mila euro annui per la sola energia elettrica e ad ulteriori 700mila euro circa all’anno tra personale, manutenzioni, riparazioni condotte, materiali, clorazione e analisi di laboratorio.

Una cessione amara, definita dall’allora amministratore unico Michelangelo Ciarcia, come “la perdita di un braccio  per un essere umano”.  E lo è stato, perché  la politica ha scritto la pagina più  brutta per questa terra, considerata la madre generosa  di acqua, ma scippata,negli  anni, del suo patrimonio senza ristori per i territori. Oltre alla centrale di Cassano e i relativi serbatoi e acquedotti della Normalizzazione, Ramo orientale e centrale, alla Regione, infatti, venivano assegnati anche i punti di prelievo dell’energia elettrica a servizio della sorgente del Baiardo di Montemarano e della stazione di rilancio di Zingara Morta a Pontelandolfo. Naturalmente, il passaggio degli impianti  comporta da allora e anche per il futuro, per l’Irpinia, il  bacino idrico  più  grande d’Europa,  di dover acquistare all’ingrosso l’acqua, prima prelevata a Cassano e Serrapullo .

Ma l’iter conosce un’ulteriore  e decisiva tappa per il lungimirante disegno politico in ambito idrico partorito dal Governatore. Nel 2023 con la delibera n. 312 del 31/05/2023 la Giunta Regionale  decide  di procedere, a una gara a doppio oggetto per l’affidamento a una società mista pubblico/privata  per la  gestione del Sistema di grande adduzione Primaria.

Ma qual è il motivo che induce la Regione ad associarsi con un privato per gestire una parte della grande adduzione in Campania? La risposta è lapidaria: la Giunta regionale campana ritiene che «l’affidamento del servizio idrico integrato della Grande Adduzione Primaria di Interesse Regionale ad una società mista pubblico-privata,possa essere la forma di gestione più indicata. In particolare per il perseguimento dell’interesse pubblico tutelato e che sia preferibile, in particolare per l’orientamento alla performance e per l’aumento degli skills tecnologici, che si tradurrebbero, anche in un miglior accesso alle risorse finanziarie», aggiungendo che «l’individuazione di un socio privato può garantire l’anticipazione del finanziamento di opere a proprio carico salvo garantirsi il recupero di tale anticipazione su base pluriennale».

Intanto per  i fondi per le opere idriche  e sorgenti, ormai di gestione regionale, arrivano dal Governo Meloni, che ha sbloccato 1.9 miliardi per la Campania, a valere sui fondi di Coesione e Sviluppo. Ben 155milioni (154.828.000) sono stati destinati per l’utilizzo idropotabile delle acque dell’invaso di Campolattaro e per il potenziamento dell’alimentazione potabile.
Uno stanziamento che desterà ancora di più l’interesse per il bando di gestione, su cui sono pronti a concorrere, nelle ultime ore,  anche multinazionali estere come Suez. Uno scenario che sancisce un colpo decisivo al patrimonio idrico dell’Irpinia, tra il silenzio discutibile  e inaccettabile di consiglieri regionali e amministratori locali, che hanno preferito rinunciare alla tutela del proprio territorio in virtù dell’appartenenza politica e accondiscendenza alle decisioni politiche del Governatore.
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