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Alto Calore, quattro indagati per reati fiscali Acquisiti anche dati dei telefoni

Una nuova inchiesta della Procura si abbatte sull’Alto Calore.  Ieri il blitz della Guardia di Finanza nella sede di corso Europa.  Su delega della Procura di Avellino i finanzieri  ieri per otto ore si sono trattenuti negli uffici per eseguire alla presenza degli stessi magistrati che procedono, sia una corposa acquisizione di atti e nella stessa sede e contestualmente anche interrogare i quattro indagati nel mirino della Procura e altri dipendenti a sommarie informazioni. Nella stessa attività sono state anche acquisite le copie forensi dei telefonini degli indagati. I magistrati Vincenzo Russo e Luigi Iglio ieri hanno ascoltato direttamente in azienda diversi funzionari. L’ipotesi di reato è di truffa per i corsi di formazione ai dipendenti, per cui Acs avrebbe incassato i crediti d’imposta senza svolgerli. Sottratti all’erario 250mila euro. Nessuna dichiarazione invece dai quattro indagati, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. ( sono difesi dagli avvocati Nello Pizza, Marino Capone e Benedetto Vittorio De Maio). Quattro informazioni di garanzia , per lo stesso presidente del Cda dell’ Alto Calore Michelangelo Ciarcia e tre dirigenti per la violazione degli art.8 e 10 quater della legge 74/2000, si tratta di reati tributari ed in particolare le contestazioni provvisorie da parte della Procura di Avellino e dei militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle riguardano la presunta emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti di una societa’ di consulenza e l’indebita compensazione per tre anni prodotta dalle spese per un corso di formazione che risultavano a livello erariale, anche in questo caso solo fittiziamente riportati.  Si tratta, per ora di una contestazione provvisoria e saranno le indagini ad accertare se le accuse hanno o meno fondamento.

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