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“Annabella Rossi e la fotografia” di scena al complesso San Michele di Salerno. Dal Carnevale a feste e pellegrinaggi

Sarà il vernissage della mostra “Annabella Rossi e la fotografia” ad inaugurare lunedì 22 gennaio, alle ore 18, al Complesso San Michele nel cuore del centro storico di Salerno, la fitta programmazione di eventi dei “Colloqui di Salerno 2023-2024 – Annabella Rossi: ‘Vivere la realtà è già scienza'”, a cura di Vincenzo Esposito e del Laboratorio interdipartimentale di Antropologia “Annabella Rossi” – Unisa. L’esposizione, che riunisce cinquanta immagini di Annabella Rossi su tarantismo, carnevale, feste e pellegrinaggi, è a cura del professor Esposito, responsabile scientifico del Laboratorio di Antropologia “A. Rossi”. Negli spazi della mostra si potranno visionare i film “Le feste dei poveri”, di Michele Gandin; “La taranta”, di Gianfranco Mingozzi; “Vita e morte di Carnevale”, di Vincenzo Esposito; “La nascita di un culto”, di Luigi Di Gianni. Dopo i saluti istituzionali seguirà una conversazione con il professore Paolo Apolito, con la partecipazione della cantante Floriana Attanasio e dei musicisti Antonio Giordano e Vincenzo Ferraioli. La mostra sarà visitabile a Salerno fino al 12 febbraio dalle 16 alle 18; la stessa mostra sarà allestita dal 15 febbraio al 20 marzo all’Unisa-Campus di Fisciano, presso la Biblioteca umanistica “E. R. Caianiello”. 

La manifestazione “Colloqui di Salerno 2023-2024 – Annabella Rossi: ‘Vivere la realtà è già scienza'” gode del patrocinio e del contributo dell’Università degli Studi di Salerno Dispac-Dipartimento di Scienze del patrimonio culturale, Disuff-Dipartimento di Scienze umane filosofiche e della formazione, Disps-Dipartimento di Studi politici e sociali, CBA-Centro Bibliotecario d’Ateneo, del Comune di Salerno, della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e del CEiC-Centro etnografico delle Isole campane (Istituto di Studi Storici e Antropologici). Hanno patrocinato l’iniziativa, che vede la partecipazione di 15 06|Film e dell’Icpi (Istituto centrale per il patrimonio immateriale del Ministero della Cultura), anche la Siac (Società italiana di antropologia culturale), e Kurumuni Edizioni.

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