Corriere dell'Irpinia

Aree interne, la sfida dei giovani di tutta Italia riuniti a Bagnoli: pronti a riabitare i nostri borghi

Dal 27 luglio al 2 agosto “Give Back – Giovani Aree Interne” è stato a Bagnoli Irpino, in provincia di Avellino, con il suo “Ruralthon”. Un’occasione per oltre 50 giovani provenienti dalle aree interne e non solo, per discutere di spazi rurali, comunità, evoluzione, impresa.

Il Ruralthon, finanziato dal bando Erasmus+ dell’Unione Europea, è stata una grande opportunità per portare in una vera area interna un gruppo variegato di giovani e giovanissimi, dalle esperienze molteplici e dalle provenienze ancora più varie, per incontrare non solo imprenditori ed esperti di aree interne, ma anche la popolazione di una cittadina, Bagnoli Irpino, ricca di patrimonio culturale ma anche di sfide territoriali, tipiche delle aree interne.

I ragazzi e le ragazze, vecchi e nuovi associati di Give Back, hanno avuto la possibilità di svolgere un rally urbano accompagnati da diverse guide locali, che hanno spiegato e illustrato le bellezze della cittadina, le diverse attività imprenditoriali della città. Attività imprenditoriali che sono state presenti nella discussione svolta sul Lago Laceno insieme ad altri attori fondamentali, come gli ospiti di Futuridea e della
Commissione Europea, dell’Università Orientale di Napoli, della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, dei comuni locali e con la presenza dei Radicali Italiani. Imprese
ancora protagoniste della visita ad Acca Software pomeridiana e poi come giudici nella conclusione finale dell’hackathon che ha chiuso le cinque giornate di Bagnoli.

Proprio quest’ultimo è stato un momento prolifico di scambi e di interazioni tra i giovani che, divisi in cinque gruppi, hanno creato cinque diverse idee imprenditoriali ma al contempo dall’alto valore sociale, supportati nella realizzazione teorica dal mentor di progetto Intesa Sanpaolo insieme ai propri partner, che hanno lavorato insieme ai cinque team sui modelli di business, sulla qualificazione e quantificazione dei KPI di impatto sociale, ambientale e recupero del patrimonio culturale locale.

I cinque team hanno immaginato brillanti soluzioni partendo dalla propria riflessione sul patrimonio culturale, su quelle che sono le risorse di territori ricchi ma spesso dimenticati. Due idee si sono concentrate sul patrimonio immobiliare dei piccoli borghi.

“Interna Wellness Solutions” vuole rigenerare i borghi per offrire uno spazio alle compagnie che operano azioni di corporate wellbeing, sfruttando la ricchezza dei borghi per offrire una cornice dove i bisogni corporativi possono incontrare l’economia locale e stimolarla. “Borgo del Faggio” è invece l’iniziativa nata da una riflessione dedicata al tema della silver economy e del cambiamento demografico.

Lo spopolamento si deve affrontare, ma non è detto che esso sia solo misura di crisi, è anche opportunità per generare nuove energie e stimolare nuove pratiche come il cohousing per anziani.

Diverso è il portato di “Glaid”, che mira a rigenerare il sistema infrastrutturale ferroviario implementando nelle aree dove i vettori nazionali non arrivano un nuovo attore nei trasporti su ferro, per connettere ciò che oggi rimane isolato e sconnesso e quindi sconosciuto. “Hiking” è il tentativo di portare il mondo
digitale tra i sentieri, creando un modello innovativo di comunicazione tra guide, esperti e meno esperti in un ambiente virtuale dove pratiche di gamification vogliono abbattere le barriere d’entrata di chi si approccia all’hiking e renderlo diverso per chi già lo conosce.

Infine, il progetto “Restanza”, che punta invece a innovative pratiche di educazione dal basso, cercando di riportare le condizioni per restare nelle aree rurali, tra cui la necessaria educazione per i piccoli e i meno
piccoli.

Cinque progetti, cinque punti di vista radicalmente diversi sulle aree interne, ma che ben rappresentano il motivo per cui, più che mai, bisogna parlare e ideare per le aree rurali. Il ricco patrimonio
culturale, la bellezza paesaggistica, le pratiche già esistenti ma spesso senza coordinamento tra di loro, offrono spazio perché si possa generare un valore, che non è meramente economico, ma che è anche sociale.

Give Back è una associazione, e un think tank, un modo innovativo di piazzarsi all’interno di un contesto, sia rurale che di policy making, portando avanti idee diverse da quelle del passato, ma sempre ben piazzati all’interno della realtà fattuale dei problemi e delle sfide, ma anche delle opportunità, odierne.

Il Ruralthon è stato un momento di profondo scambio, che ha permesso ai giovani di apprendere nuove e fondamentali skill, ma anche di approcciarsi forse con realtà spesso ancora sconosciute, in un percorso di riflessione critica che non è che il primo passo verso la creazione di valore per le aree interne.

Un primo passo che Give Back ha assistito e un percorso che si vuole assistere nel compiere nei prossimi messi, con nuove azioni di disseminazione, di diffusione e nuovi percorsi con le associazioni del territorio e i partner nazionali ed europei.
Non si può che chiudere ringraziando chi ha reso possibile il progetto, nella sua interezza.

Non solo l’Unione Europea e l’Agenzia Nazionale per i Giovani tramite cui è stato possibile accedere alle risorse del bando Erasmus+, ma anche agli sponsor e a chi ha deciso di supportare semplicemente il progetto: Intesa Sanpaolo, Fondazione con Il Sud, Biogem, Fondazione Ampioraggio, Uncem, Sei Ventures, i
Rotaract di Sant’Angelo dei Lombardi / Hirpinia Goleto ed Avellino Est, Com4T.EU (dell’Università di Torino), Anci Campania, Eurispes, Europe Direct di Salerno, Roma Tre e Vesuvio.

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