Corriere dell'Irpinia

Asidep, protesta senza fine: i lavoratori non mollano

Da oltre dieci giorni i lavoratori di Asidep sono in assemblea permanente. Hanno, simbolicamente, occupato la sede della società di depurazione, anch’essa in liquidazione. Ma sembra che nessuno si curi più della loro vicenda: da più di cinque mesi, ormai quasi sei, non percepiscono lo stipendio, il loro futuro è sempre più nebuloso.

Però sono lì: non mollano, nonostante chi si dovrebbe interessare di loro, il liquidatore dell’Asidep ed il presidente dell’Asi, Pasquale Pisano,”normalmente assenti,’siano completamente spariti dalla circolazione”. Lo scrivono, in un comunicato stampa diffuso in mattinata, le rsu e tutti i cinquantatre  dipendenti della depurazione irpina. Indirizzato alla Prefettura di Avellino, alla Confindustria, ai sindaci, all’Arpac, e all’Asl. Vogliono far conoscere all’opinione pubblica e, soprattutto, agli organi istituzionali di controllo dell’ambiente che, finora,”non è stato registrato nessun autorevole intervento agli impianti”.

Ma non sono stati fatti “controlli analitici, stessa cosa per la distribuzione dell’acqua potabile alle aziende”. Gli operai di Asidep si mostrano preoccupati, anche perché quegli impianti li hanno abbandonati, ed hanno proclamato uno sciopero.”Per evitare un disastro ambientale, e per far rientrare la protesta, nessuno ha fatto qualcosa”. Latitanti sono, in qualche modo, il liquidatore Asidep ed il presidente Asi.”Se pensano di prendere per fame e stanchezza i lavoratori-scrivono nel comunicato-sbagliano di grosso”. Giudicano”fallimentare” la politica di Pisano, distratto”insieme ai sindaci”dalla campagna elettorale per le Europee. E lo stesso pensano “della società di cui è socio, Pisano, e responsabile in solido al cento per cento”.

“Ma come pensano di raccogliere consensi per l’Europa se non riescono ad interessarsi di questa drammatica situazione in casa loro”?. Il comunicato stampa termina con le richieste che, ormai, conoscono tutti:”Il pagamento delle, quasi sei, mensilità non pagate e chiarezza sul loro futuro occupazionale”.

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