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Asidep, un incontro veloce, interlocutorio e inutile. Tutto come prima: non serve a nulla la mediazione del Prefetto

La vertenza resta aperta, i lavoratori con un futuro incerto e senza stipendio da marzo e la depurazione rischia di fermarsi. L’incontro sulla vertenza Asidep che c’è stato questa mattina a Palazzo di Governo non è servito a nulla, nonostante la presenza del prefetto Rosanna Riflesso, dei rappresentanti dei sindacati metalmeccanici – Gaetano Altieri della Uilm, Giuseppe Morsa della Fiom, Giuseppe Zaolino della Fismic -, del liquidatore della partecipata della depurazione industriale, Dino Covino, del presidente dell’Asi, Pasquale Pisano (l’Asi è proprietaria dell’Asidep), dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Antonio Marchiello – in collegamento da remoto -, del presidente di Confindustria Avellino, Emilio De Vizia.

I sindacati non hanno ottenuto risposte. L’affidamento del servizio alla De Vizia Transfer spa, aggiudicataria da tre mesi tramite una procedura negoziale, scadrà ad ottobre, ma non si sa come si andrà avanti. Dei 51 lavoratori Asidep, 33 non percepiscono compensi dallo stipendio di febbraio, altri 18 sono passati alla De Vizia.

“Ci hanno promesso un bonifico entro domani per onorare l’altra metà dello stipendio di marzo, ma ho forti dubbi in merito”, racconta Zaolino. “Intanto il presidente Pisano non ci ha saputo dire se ci sono le condizioni per una proroga dell’affidamento a De Vizia: afferma che sta studiando il Codice. Non è servita la mediazione del prefetto. Ne riparleremo poi dopo il G7 quando sarà più libera dai suoi impegni. L’accordo che avevamo stipulato con la garanzia della Regione non ha prodotto nessun effetto”, ammette il segretario della Fismic. “Restiamo molto delusi e arrabbiati per le gravi negligenze e inadempienze da parte dell’Asi. Siamo pronti allo sciopero, i depuratori rischiano di fermarsi ancora”, conclude Zaolino.

“Nessun impegno è stato rispettato”, osserva Morsa. “Si continua a navigare a vista. Per colpa della inadeguatezza del presidente dell’Asi sta passando il messaggio che il pubblico non funziona: non è affatto così,  è solo questione di classe dirigente”.

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