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Assemblea dei comitati regionali a Napoli: restare uniti in difesa dell’acqua pubblica

Un “no”, deciso, alla privatizzazione dell’acqua, bene pubblico e quindi di tutti, è stato sottolineato nell’assemblea dei comitati che si è svolta, recentemente, a Napoli  il coordinamento regionale per l’acqua pubblica, insieme alle associazioni e ai cittadini, “una nutrita partecipazione-hanno scritto nel comunicato stampa-“, intendono  contrastare la delibera numero 399 del consiglio regionale della Campania, approvata lo scorso anno, nella quale” si dà avvio ad una società mista pubblico-privata( al 49 per cento,ndr), per la grande adduzione regionale”. Per i comitati intervenuti all’assemblea pubblica di Napoli non significherebbe altro che “privatizzare il servizio idrico”. Dalla discussione, quindi, sono venute fuori alcune proposte per evitare che questo accada. E sono, precisamente, sei. Intanto, quello dei Comitati, tutti insieme, è un percorso da fare “uniti”. Perché questa è la loro forza. Infatti lavoreranno per”creare una rete permanente con tutte le realtà impegnate a difesa dell’acqua pubblica”. Considerano anche se è il caso, ma lo faranno, di valutare l’impegnativa al Tar della delibera di De Luca. O, ancora, di rivolgersi all’Autorita’ per la Concorrenza. Poi, il prossimo 1 ottobre, ci sarà”Rigenera”. una manifestazione organizzata davanti alla sede della Regione Campania: che, scrive il Coordinamento,”va sostenuta”, in modo che si solleciti la discussione della legge di iniziativa poupolare, che prevede la costituzione di una società interamente popolare. Un altro passo che si propone di fare il Coordinamento campano per l’acqua pubblica è quello della diffusione del parere”pro bono”, redatto dal professor Lucarelli e dal dottor Andrea Eugenio Chiappetta, in cui ci sono elementi utili per la redazione delle osservazioni che, eventualmente, le associazioni  volessero inviare alla Regione. Il lavoro di consulenza ed assistenza dei due professionisti servirà a capire se ci sono possibilità di fermare quella delibera. Poi il referendum confermativo. Visto che, quello sull’acqua come risorsa pubblica, è stato già fatto, e vinto, anche qui è in corso una valutazione. Se farlo o meno.

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