Autore: redazione web

L’acuirsi attuale del già aspro scontro del governo italiano con i vertici dell’Unione Europea fanno sorgere una domanda su che cosa, in concreto, ha fatto l’Unione per legiferare meglio, oltre gli odiosi ambiti economici e finanziari. In sostanza quali sforzi ci sono stati per avvicinare la stessa Unione ai cittadini europei per renderla più percepibile e democratica? Per rispondere a questi diffusi interrogativi, affrancandoci per un momento dal bombardamento comunicativo di Salvini e Di Maio, sarà opportuno delineare brevemente il pacchetto di misure del 2015 sulla “Better regulation” (Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell’UE) che aveva l’obiettivo…

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Difficile dire se il duello rusticano ingaggiato dalla maggioranza di governo con l’Ue continuerà a divampare oppure si risolverà nel compromesso auspicato da Draghi. Per intanto, è ancora in atto una specie di terza guerra mondiale contro tutti. Organismi internazionali. Agenzie tecniche europee. Enti italiani preposti al controllo dei conti pubblici. Tramontata l’assurda idea del complotto sovranazionale, ritorna in versione moderna il “me ne frego!” di non beata memoria! Ha colpito anche il presidente dell’INPS. Accusato di aver rivelato che l’operazione “pensioni d’oro” farà risparmiare solo qualche milione. E aver ricordato un’altra verità scomoda. Cioè che l’enorme spesa pensionistica provocata…

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Che vergogna! Il ministro dell’interno ha deciso di cancellare Riace ed il suo modello di integrazione dei migranti, apprezzato in tutto il mondo come il simbolo dell’accoglienza, ordinando, con una circolare del suo Ministero, di trasferire tutti i migranti entro due mesi. Le ragioni alle quali si è ricorso appaiono ridicole e pretestuose: “Regole non rispettate”. Si sta superando ogni limite: abbiamo un ministro indegno di rappresentare un’Italia civile. Il sindaco di Riace non avrebbe rispettato le regole cosa che invece avrebbero fatto i “famosi” centri come il care di Mineo o quello di isola di Capo Rizzuto, solo per…

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Non serve piangere sul latte versato, ma riflettere sul come e perché esso sia stato versato, penso che sia cosa buona e giusta. Non v’è dubbio che nel Paese e in Irpinia ci sia una forte emergenza democratica. La precarietà con cui si consumano i processi politici, gli attori in campo che agiscono tra superficialità e precarietà, incapaci di avere un’idea per come ribaltare lo stallo che si registra, sono fatti di grave preoccupazione per il futuro. Da che cosa scaturisce tutto questo? In parte dalla mancata identificazione e conoscenza del territorio che consente invasioni finalizzate alla gestione del potere,…

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L’aveva detto nel messaggio al Parlamento il giorno del giuramento, 3 febbraio 2015, e l’aveva ripetuto recentemente in un’occasione meno solenne, l’incontro con i calciatori della Juventus e del Milan finaliste di Coppa Italia, 8 maggio 2018: il mio ruolo è quello di arbitro, ma “un arbitro può condurre bene la partita se ha un certo aiuto di correttezza dai giocatori”. Se le parole hanno un senso, i ripetuti interventi del Presidente della Repubblica in queste settimane, i richiami al rispetto delle regole, gli ammonimenti al Governo, i colloqui riservati ma non troppo con le autorità monetarie internazionali e italiane,…

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Mentre in Italia si discute se i rimbrotti del vicepremier Di Maio nei confronti di un gruppo editoriale che si distingue nella critica al suo governo costituiscano o meno un intollerabile attacco alla libertà di stampa, è passata quasi sotto silenzio, e comunque nell’indifferenza generale della politica, una notizia veramente orribile. Mi riferisco alla scomparsa dell’esule saudita Jamal Khashoggi che lavorava come giornalista per il Washington Post. Lavorando all’estero si era permesso quello che nel suo paese non sarebbe mai stato consentito: muovere qualche critica a sua altezza reale il principe ereditario Mohammed bin Salman. Khashoggi aveva bisogno del nulla…

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Ci sono episodi che quando avvengono non tutti ne comprendono l’importanza ma che si rivelano determinanti e fondamentali per aprire o chiudere un’epoca. Il 14 ottobre del 1980 a Torino quarantamila impiegati e quadri della Fiat manifestano contro le violente forme di picchettaggio che impedivano loro di entrare in fabbrica a lavorare da 35 giorni. Una giornata che segnerà un punto di svolta nelle relazioni sindacali. La prima conseguenza è la progressiva perdita di influenza del sindacato stesso sulle dinamiche del lavoro in Italia. Insomma è la fine di un’era e una sconfitta storica per il PCI di Enrico Berlinguer…

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