Autore: redazione web

Tra una settimana il settantesimo anniversario del 18 aprile. Il voto per il primo Parlamento della Repubblica. Allora sulla scena i protagonisti sono i grandi partiti ideologici: DC e PCI. I leader: De Gasperi e Togliatti. Stravince la Democrazia Cristiana che per oltre 40 anni sarà il perno del sistema politico. Oggi l’Italia del 4 marzo ha fatto scelte altrettanto nette ma una maggioranza per il governo dalle urne non è venuta fuori. I nostri padri e i nostri nonni scelgono di ancorare il nostro paese alle democrazie dell’Europa Occidentale e agli Stati Uniti. De Gasperi è lo statista che…

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Oltre alla partita sulla formazione del governo, i partiti più forti ne stanno giocando un’altra più a medio termine. Questa contemporaneità rende la situazione attuale di rara complessità. E fa di questa crisi una delle più difficili del dopoguerra. La ricerca di un possibile presidente del Consiglio deve fare i conti, infatti, con le strategie dei due “vincitori” (o non vincitori, a seconda dei punti di vista). Esse mirano alla doppia eredità contesa. Quella dei tradizionali partiti “di sistema” della cosiddetta seconda repubblica (Pd e FI), che vede un comune interesse di M5S e Lega. E quella dei moderati, o…

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Secondo la prassi leninista l’organizzazione dello Stato comunista sarebbe stata così perfetta da consentire a chiunque di guidarla. L’immagine della “cuoca di Lenin” è parte indubbiamente fondativa del corredo apologetico che ha consentito in questi anni al M5s di irrompere fragorosamente sulla scena politica italiana, così come ha costituito il principale elemento di attrazione nei confronti dei movimenti populisti che in Europa, anche in paesi insospettabili come Olanda, Danimarca, Scandinavia, hanno facilmente divelto i meccanismi inceppati della democrazia rappresentativa. Lenin e Stalin naturalmente si guardarono bene dal servirsi di cuoche e cuochi a cui affidare anche i ruoli più marginali,…

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La maledizione storica della eterna frammentazione della sinistra italiana e dell’attuale PD, trova puntuale riscontro anche sulle vicende precongressuali del PD irpino che rischia di avere un segretario espressione solo di un inderogabile atto burocratico, attuativo di mere prescrizioni statutarie. Con questo clima deludente sarà difficile immaginare un dibattito congressuale capace di recuperare la pregnanza politica e programmatica tanto necessaria per evitare l’ulteriore marginalità del consenso di tanti elettori che – per cultura, per esperienze sociali, per l’ansia di rinnovamento – dopo anni di attesa, non hanno inteso alimentare ulteriormente quello che una volta si rivelava come “laboratorio politico”. Attualmente…

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Le analisi, lucide e puntuali, dell’amico Gerardo Salvatore sulle colonne di questo giornale, circa la presenza dei cattolici in politica, mi stimolano a fare alcune considerazioni, con il solo intento di offrire un seppur modesto contributo da parte di un cronista che viene da un’esperienza decennale nel mondo del giornalismo cattolico. Il tema è di grande attualità e di interesse vitale in una società che sta perdendo, poco a poco, molti valori cristiani e civili, e sta tornando ad avvicinarsi, in questa epoca di globalizzazione selvaggia a quella primordiale dell’homo homini lupus. Con progressiva indifferenza, i valori della solidarietà, il…

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Tra due mesi esatti i cittadini di Avellino, e di altri 20 comuni irpini, saranno chiamati alle urne per eleggere sindaci e consigli comunali. A differenza delle elezioni politiche del 4 marzo, il clima mostra maggiore fibrillazione. Il localismo, si sa, produce aspre lotte sotto il campanile. Tuttavia gli occhi sono puntati sul capoluogo. La città è dolente. I lavori pubblici, come dimostriamo con cifre e fatti all’interno, fanno arrossire di vergogna. Agli annunci non hanno fatto seguito risultati positivi. Eppure i responsabili di questo disastro, quelli che ci hanno messo la faccia e gli altri che hanno agito in…

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Il primo giro di consultazioni al Quirinale non ha sciolto il rebus del governo ma ha favorito una prima definizione delle posizioni tra le forze politiche, il che già di per sé è un passo avanti. Di fronte al capo dello Stato, che lo ha ripetuto anche pubblicamente, coloro che dal 4 marzo in poi si erano frettolosamente autoproclamati vincitori delle elezioni, cioè l’alleanza di Centrodestra da una parte e i Cinque stelle dall’altra, hanno dovuto ammettere che “nessun partito, né schieramento politico dispone, da solo, dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo”. Occorre dunque tessere intese che…

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