Autore: redazione web

In tre anni, dal 2018 ad oggi tre governi e tre maggioranze politiche diverse, è l’incredibile percorso di questa stranissima legislatura. A giugno del 2018 la coalizione Lega-Cinque Stelle, la più antieuropea, seguita nel settembre del 2019 dalla svolta grillina, basta con Salvini nasce l’alleanza con il Partito democratico senza cambiare la guida: l’avvocato Giuseppe Conte. La coalizione giallo-rossa è implosa dopo gli attacchi sferrati da Renzi al Presidente del Consiglio. E siamo ad oggi. Terza svolta e terza maggioranza, un governo di larghe intese che non si identifica con nessuna formula politica e presieduto dall’uomo che più di tutti…

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Mai, nella nostra storia repubblicana, si era vista una così rapida e prodigiosa trasformazione collettiva. Buona parte della nostra classe politica, litigiosissima e affamata  come un branco di lupi e sempre alla costante ricerca di prebende e di poltrone, sembra diventata un quasi indistinto gregge di mansueti agnellini. Desiderosi di seguire i comandi del nuovo premier incaricato. E perciò disponibili a sostenere il suo tentativo con un loro pieno ingresso nel suo governo. In questo quasi miracoloso cambiamento si sono ancora una volta distinti – per mancanza di senso della misura, per eccesso di teatralità e quindi per complessiva ipocrisia…

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La ricreazione è finita e  l’ipocrita mantra “noi non temiamo le elezioni anticipate” è ormai relegato nel soffitto  delle stupidaggini dei mediocri. Il conferimento dell’incarico a Mario Draghi per formare un nuovo governo ha sortito l’effetto immediato di spazzare via  il sudiciume insopportabile delle chiacchere vuote di significato, dei veti incrociati dei politicanti di mestiere che usavamo l’agone politico per scontri ed accuse personali, lontani dagli sforzi necessari per uscire dal tunnel della policrisi attuale.   Le   valutazioni e le prospettive collegate a questo saggio incarico del  presidente Mattarella , sereno, ma fermo ed attento lettore  del complesso e contradditorio “sistema”…

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L’affidamento per la formazione del nuovo governo, conferito dal Presidente Mattarella a Draghi con un invito alle forze politiche per una maggiore responsabilità, certifica il commissariamento della politica, il suo fallimento nel buttare giù, irresponsabilmente, un Governo che, pur non esente da colpe ed esitazione, stava operando bene e nell’incapacità di trovare una qualche decente soluzione. Stiamo vivendo, e da molti anni ormai, una crisi di sistema e le Istituzioni non rispondono, come dovrebbero, a risolvere i problemi dei cittadini. Con la scelta di Draghi si è arrivati al commissariamento della politica. Draghi, un’autorità in campo economico, conosciuto ed apprezzato…

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L’ attesa svolta sta per giungere. Formalmente c’è ancora un percorso istituzionale da completare entro la prossima settimana. L’autorevolezza e il prestigio di Mario Draghi hanno messo quasi tutti d’accordo: da Grillo a Salvini, da Zingaretti fino allo stesso premier uscente Giuseppe Conte. La maggioranza che si propone è indubbiamente garanzia per il governo futuro. L’ex presidente della Bce ha compiuto una vera e propria “rivoluzione”, cancellando vecchie logiche di alleanza, assicurandosi, per ora, una navigazione che appare tranquilla. C’ è aria di nobile antico nelle scelte sin qui fatte. La memoria ci riporta all’Italia del dopoguerra, allorché le macerie…

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Il ritorno in campo della politica non è solo la paradossale conseguenza dell’appello di Sergio Mattarella alla formazione di un governo “che non debba identificarsi con alcuna formula politica”; è anche e forse soprattutto il frutto del recupero in extremis di un valore smarrito: l’impegno pubblico posto al servizio del bene comune. Nella sua lunga carriera professionale, Mario Draghi si è sempre ispirato a questo principio, ed ora la sollecitazione del Capo dello Stato, raccolta e prontamente collocata al centro dell’incarico ricevuto al Quirinale, riscatta una legislatura prima inquinata dalla complice alleanza di populismo e sovranismo, poi risultata inadeguata a…

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L’annuncio del Presidente Mattarella di aver conferito a Mario Draghi l’incarico di formare un nuovo governo sulle ceneri del Conte bis disfatto da Renzi, è stato accolto con esultanza dai principali mass media che, fin dalla nascita del governo giallo-rosso, si sono messi di traverso e negli ultimi sei mesi hanno condotto una campagna sempre più intensa per screditare l’azione del Governo e l’alleanza politica che ne era alla base. Esultanza condivisa dai mercati finanziari che hanno celebrato l’annunzio con una fiammata dei listini. A questo entusiasmo fanno da contraltare le voci che rimarcano il ruolo di vestale dell’ortodossia neoliberista…

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Ancora una volta la politica si è fatta commissariare. La decisione del Capo dello Stato di chiamare Mario Draghi è figlia dell’incapacità dei partiti di trovare una soluzione ad una crisi politica incomprensibile. L’opinione pubblica ha assistito disorientata ad una crisi di governo nel mezzo di una pandemia che oltre ad una crisi sanitaria ha prodotto una crisi economica proprio a seguito delle misure imposte per contrastare e limitare la diffusione del virus. Le priorità dei cittadini non sono cambiate: lavoro, salute, sicurezza e un ritorno alla normalità. Emergenze che la politica deve risolvere e non affastellare e che devono…

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