Corriere dell'Irpinia

Avellino e periferie, tanti progetti che però non decollano mai

AVELLINO – Sarà sicuramente un caso, ma in questi periodi di campagna elettorale spuntano come funghi meravigliosi progetti per le periferie. Poi però non si realizzano quasi mai; di certo mai nei tempi previsti. Prendiamo per esempio Quattrograna. Qui c’è in itinere un progetto di riqualificazione partito addirittura quando era sindaco Paolo Foti (2017): ci sono gli operai al lavoro, c’è un campo di terreno brullo lì dove sorgeva uno dei vecchi palazzi abbattuti, e c’è un altro di quei vecchi palazzoni che sta ancora lì, in piedi, ridotto ad uno scheletro in cemento.

“Dice che questo non lo vogliono buttare giù – ci spiega un residente a passeggio con il cane -; dice che lo vogliono riqualificare, ma per quanti lavori ci vogliano fare, resta sempre un grosso prefabbricato del post terremoto, con tutti gli annessi e connessi. Avremmo preferito vederlo abbattuto”. Per il resto nessuna traccia di quel centro multiservizi da costruire o del parcheggio interrato. E nemmeno della nuova viabilità per collegare il quartiere con il centro città e con la Variante. Rimane, a 7 anni di distanza, ancora una promessa.

Possiamo quindi annoverare tra le tante opere incompiute del Comune di Avellino anche questa riqualificazione urbana. Un progetto da circa 6 milioni di euro; un maxi finanziamento che avrebbe dovuto bonificare e riqualificare il quartiere e farlo finalmente (dopo oltre 40 anni dal sisma) integrare con il resto della città capoluogo. Ma anche qui, a quanto pare, qualcosa tra il dire e il fare è andato storto.

Se ne è accorta anche la struttura commissariale che si è insediata dopo le dimissioni del sindaco Gianluca Festa. Scartabellando nelle determine e nelle delibere relative alla progettazione è emerso, per esempio, il ‘fuggi fuggi’ di direttori dei lavori: si è perso il conto di quanti sono stati nominati e poi sostituiti. Addirittura sono andati a vuoto gli appelli per reclutare la figura professionale tra il personale interno al Comune, come dimostra una laconica frase contenuta in una delle tante determine emesse sul progetto in questi ultimi anni: “Per l’intervento di cui trattasi, non è pervenuta alcuna disponibilità da parte dei dipendenti interpellati relativamente all’incarico di Direttore dei Lavori”.

Eppure si sta parlando solo di uno dei quattro sub-comparti tra i quali è stato suddiviso il complessivo piano da 5,8 milioni di euro. Più in particolare stiamo parlando del primo dei quattro, il sub-comparto 1: l’intervento con il quale andavano demolite le prime due palazzine (una è già stata abbattuta), ormai già sgomberate da anni delle famiglie che ci abitavano. Nel settembre del 2023 (durante l’amministrazione Festa) è stato chiesto all’ingegnere Giuseppe Valentino (al tempo direttore dei lavori per l’abbattimento della prima palazzina) di assumere l’incarico di direttore dei lavori dell’intero sub-comparto 1. La richiesta parte il 25 settembre 2023; la risposta arriva in giornata: “… in data 25.09.2023 l’ingegnere Giuseppe Valentino formulava la non disponibilità ad assumere tale incarico”.

Passano tre mesi: il 15 dicembre 2023 il Comune conferisce all’architetto Ciriaco Serino l’incarico per l’attività di Direttore dei lavori del sub comparto 1, mediante affidamento diretto, per l’importo netto di 21.677,36 euro. Ma non dura molto: il 16 aprile 2024 (in pieno scandalo appalti, proprio nel giorno in cui per il sindaco Festa scattano gli arresti domiciliari) l’architetto Serino “comunica le proprie dimissioni dall’incarico di Direttore dei lavori per motivi strettamente personali”. Il Comune torna a rivolgersi ai propri dipendenti: “E’ stata richiesta ai tecnici comunali disponibilità ad assumere l’incarico di che trattasi, ma non è pervenuta alcuna disponibilità da parte dei dipendenti interpellati relativamente all’incarico di Direttore dei Lavori”. Il 15 maggio scorso il Comune ha individuato un altro architetto: Campito Ombretta, iscritta all’Ordine degli architetti di Avellino.

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