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Avellino, lite a tavola tra genero e suocero degenera in rissa violenta tra una trentina di familiari

 Una festa di compleanno si è trasformata in tragedia. Doveva essere una serata tranquilla e spensierata, invece l’evento si è concluso al pronto soccorso e in caserma dai carabinieri. Degenera in rissa a colpi di caschi e mazze da baseball, e coinvolgendo una trentina di familiari, la lite iniziata a tavola tra genero e suocero durante la festa del primo compleanno di una bimba. E’ accaduto ad Avellino. I protagonisti principali della vicenda sono persone ben note alle forze dell’ordine. Il diverbio sarebbe nato in un noto ristorante del centro  del capoluogo irpino, tra il suocero  52enne, che lo scorso anno subì un attentato incendiario alla Smart parcheggiata a Rione San Tommaso e il genero di venti anni. La discussione nata all’interno ddel locale  poi sarebbe degenerata fuori dal locale.

Sul posto sono subito intervenuti diversi equipaggi della Compagnia Carabinieri di Avellino,  ma all’arrivo dei militari,  i partecipanti alla rissa si erano già allontanati, ad eccezionedel 52enne, che presentava lievi ferite in diverse parti del corpo. Quest’ultimo, soccorso dal personale sanitario del 118, è stato trasportato presso l’ospedale Moscati di Avellino, dove si trova tuttora ricoverato.

Tra i protagonisti  della megarissa nella quale sono rimaste coinvolte almeno trenta persone, vi è anche uno coinvolto del triplice tentato omicidio avvenuto nel 2021 in viale Italia, durante i festeggiamenti per la vittoria degli azzurri contro la Spagna agli europei. Il giovane coinvolto, nella rissa con il suocero, in primo grado era stato condannato a 8 anni di reclusione al termine del rito abbreviato, per il tentativo di omicidio di due persone, padre e figlio. Assolto invece dal tentato omicidio di un altro giovane. Il gup del tribunale dei minorenni inflisse una pena più severa rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero che al termine della sua requisitoria aveva invocato una condanna a 7 anni di reclusione per il giovane, all’epoca non ancora maggiorenne. Ma in appello la sentenza fu già oggetto di riforma con la riduzione a 6 anni di reclusione. Mentre i giudici della Corte di Cassazione nel settembre scorso hanno annullato la sentenza di secondo grado rinviando gli atti al tribunale del Riesame.

 

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