Corriere dell'Irpinia

Ballottaggio: nessun apparentamento, e anche le indicazioni di voto serviranno a poco

Nessun apparentamento al ballottaggio del 23 e 24 giugno. Questa mattina è scaduto il termine per formalizzare le alleanze. Vuol dire che i due candidati a sindaco, Antonio Gengaro e Laura Nargi, correranno senza coinvolgere ufficialmente gli altri concorrenti.

Potrebbero esserci indicazioni di voto. Rino Genovese ha già annunciato in conferenza stampa che prenderà pubblicamente posizione e sarà determinante: detiene il pacchetto più consistente di preferenze, dopo Nargi e Gengaro, s’intende.

Ma bisognerà capire se la sua compagine elettorale sarà convinta della scelta, se seguirà unitariamente la  linea politica, se avrà lo stesso orientamento.

Oppure se ci sarà chi ha singolarmente già preso accordi con uno due candidati sindaco al ballottaggio. Magari la coalizione di Genovese si è trovata di fronte ad un risultato per certi versi deludente rispetto alle aspettative e il Patto civico non ha retto. E allora, ognuna delle cinque liste, ogni candidati consiglieri farà la scelta che più conviene.

Chi ha votato al primo turno per Genovese potrebbe scegliere Nargi. Ci sarebbe da chiedersi come mai non lo ha fatto subito considerato che si tratta in entrambi i casi di coalizioni civiche e nell’uno e nell’altro schieramento ci sono esponenti di spicco della passata amministrazione guidata da Gianluca Festa. Se l’accordo non c’è stato ci sarà una valida motivazione, se non una contrapposizione che rende incompatibili e fortemente differenti se non ostili le due proposte.

Se il consigliere regionale Livio Petitto e Angelo D’Agostino hanno preferito Genovese a Nargi allora ci sarà un’opportunità politica. Si potrebbe pensare che con Festa non c’è feeling, non c’era più da tempo, non c’era soprattutto agibilità politica. E proprio per ritagliarsi uno spazio politico alternativo che ora Petitto e D’Agostino potrebbero non ragionare con Nargi. Rappresenterebbero tutto ciò che al di fuori di Gengaro è alternativo all’ex vice sindaca. In termini elettorali guadagnerebbero tutto il patrimonio di Festa.

Oppure gli alleati potrebbero tornare sui loro passi, replicando l’esperienza dei cinque anni passati, pretendo questa volta un maggiore coinvolgimento (si dice che Geppino Giacobbe, ex assessore all’istruzione della giunta Festa, il più votato della lista di Petitto, Moderati e Riformisti, potrebbe ottenere nientemeno che la carica di vice sindaco qualora vincesse Nargi).Gli altri ex candidati sindaco al primo turno, a differenza di Genovese, potrebbero invece non dire chi preferiscono tra Gengaro e Nargi.

Per quanto riguarda gli elettori del centrodestra di Fratelli d’Italia di Modestino Iandoli e dell’Udc di Gennaro Romei potrebbero ritrovarsi su Gengaro – così si dice -, semplicemente perché, se si vuole trovare una spiegazione – al primo turno hanno bocciato il lavoro dell’amministrazione uscente. Meno probabile che votino Nargi per non tifare centrosinistra, perché non conta al ballottaggio l’appartenenza. Stesso discorso per Aldo D’Andrea di Unità Popolare mentre Vittorio Boccieri di Progetto Avellino Futura, pare, non abbia ancora deciso.

Però i voti al secondo turno non sono controllabili come al primo. Gli ordini di scuderia potrebbero non essere rispettati pedissequamente: difficile per i candidati consiglieri, eletti o meno, orientare il loro elettorato. Ognuno al ballottaggio fa di testa sua, sbagliando magari ma decidendo in autonomia. Almeno per una volta.

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