Corriere dell'Irpinia

“Le aree interne viste con gli occhi di chi ci abita: in Europa una legislazione speciale”. La ricetta di Todisco per lo sviluppo

Legare l’Europa alle aree interne: è questo l’impegno che assume Francesco Todisco, candidato all’europarlamento con la lista del Pd nella circoscrizione meridionale. Spiega la sua proposta in un incontro all’Hotel De la Ville, davanti ad una platea gremita, con al fianco il consigliere regionale pd Maurizio Petracca, il segretario provinciale dem, Nello Pizza, e il candidato a sindaco del centrosinistra Antonio Gengaro.

“In Europa, all’interno di una cornice generale di norme, – dice Todisco – c’è bisogno di costruire paese per paese una legislazione speciale per le aree interne”. Le regole dell’Ue, le politiche di sviluppo per i territori, le risorse, vanno calibrate sul contesto in cui vengono applicate. Ma serve prima una presa di coscienza della condizione dei territori, dei loro problemi.

“Dobbiamo superare – continua Todisco – i cliché utilizzati quando si parla dei territori marginali, in genere osservati con lo sguardo di chi abita le aree metropolitane e pensa che quei luoghi siano delle aree incantate. Chi vive le aree interne chiede invece la dignità della cittadinanza. E non bastano le iniziative, i musei, i festival nei borghi, ma servono politiche speciali elaborate partendo dalla consapevolezza che in un piccolo paese non possono valere le stesse regole di una grande città. La scuola, i trasporti e tutto il resto – afferma Todisco – possono sopravvivere se nelle aree interne ci sono norme specifiche che li tutelano”.

L’autonomia differenziata intanto rischia di allargare ancora di più il gap di sviluppo tra Nord-Sud, e in maniera abnorme tra aree interne e zone metropolitane.

“Prendiamo il caso della spesa sanitaria: la Regione Campania – dice Todisco – incassa trecento milioni di euro in meno di quelli che dovrebbe avere considerando la sua popolazione: succede perché questi fondi vengono assegnati tenendo in conto la spesa storica, che è il grande pilastro su cui si vuole costruire l’autonomia differenziata. Se questo principio lo facciamo valere anche su altri servizi come il trasporto pubblico o l’istruzione, la frattura tra Nord e Sud diventa insanabile. Peggio ancora le differenze tra aree metropolitane e interne”, conclude.

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