Corriere dell'Irpinia

Bullismo a Sirignano, il 13enne aggredito sentito questo pomeriggio in Questura ad Avellino. E spuntano nuovi video

AVELLINO – Bullismo a Sirignano, continuano a spuntare nuovi video dell’aggressione al 13enne da parte di un gruppo di ragazzi più grandi (almeno quattro): nelle immagini della vergogna il 13enne viene picchiato, maltrattato e filmato. A quanto pare più di uno degli aggressori ha voluto filmare la scena, perché dopo i primi video diffusi già nella serata di venerdì scorso, ne sono poi spuntati altri dai quali si vede la stessa scena presa da altre angolazioni e altre scene catturate nel corso della stessa serata. Intanto questo pomeriggio, tra le 17 e le 18, il piccolo è stato accompagnato alla questura di Avellino per partecipare ad un’audizione con il pm della procura minorile di Napoli che sta conducendo le indagini: il bambino è stato sentito a sommarie informazioni anche alla presenza di una psicologa e di due funzionari di polizia giudiziaria.

L’audizione di oggi fa parte di questa prima fase delle indagini preliminari, e non ha previsto la partecipazione della parte avversa: non erano infatti presenti gli avvocati o i periti degli indagati (che al momento dovrebbero essere almeno quattro, di cui uno maggiorenne). Per quanto riguarda la loro difesa sarà possibile solo in un secondo momento chiedere un confronto (sempre protetto) con la parte offesa, in sede di incidente probatorio.  

In questi giorni il 13enne è apparso un po’ più chiuso in se stesso del solito, probabilmente preoccupato per il clamore che sta suscitando la scoperta dei fatti di quella maledetta nottata passata in balìa di un gruppo di ragazzini. Giovani poco più che adolescenti che in uno degli ultimi video spuntati in queste ore si sentono dire “picchialo, picchialo, tanto non reagisce”.

Frasi agghiaccianti con le quali accompagnano comportamenti vigliacchi: non solo perché commessi contro un 13enne, quindi più piccolo di loro, ma anche perché si tratta di un bambino che, come ha sottolineato il suo avvocato Alessandra Rea, è affetto da riconosciuta disabilità. E il fatto che il colloquio con il magistrato sia durato circa un’ora lascia pensare che, magari con il sostegno della psicologa, il bambino si sia aperto e abbia raccontato agli inquirenti elementi utili per ricostruire l’episodio di cui è rimasto vittima. Dichiarazioni dalle quali potrebbero emergere altri dettagli, altri personaggi coinvolti o altre ipotesi di reato. Al momento tra le accuse ci dovrebbero essere almeno quelle di minacce e percosse, forse anche lesioni dolose o eventualmente anche gli atti persecutori.   

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