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“C’è ancora speranza per il Sud”

“Nel ritorno alla terra unica via per la rinascita”

 

E’ una raccolta in cui si incontrano passioni intime e civili, attenzione al territorio e riflessione sui grandi temi dell’esistenza quella che consegna al pubblico il paesologo Franco Arminio in "Cedi la strada agli alberi", Chiarelettere edizioni, presentata ieri a Roma alla libreria Feltrinelli con la partecipazione di Claudio Damiani. E’ lo stesso Arminio a sottolineare come la raccolta «offra una sintesi della mia produzione poetica, versi d’amore e di terra, componimenti che si collocano nello spazio della paesologia e versi che cantano la donna e l’amore, le poesie del terremoto e scritti in prosa. Basta guardare ai titoli delle sezioni per comprendere come sia variegata la raccolta, da "L’entroterra degli occhi" a "Brevità dell’amore" per arrivare agli affetti familiari e ai brani in prosa che caratterizzano le "Poesie al tempo della rete"». La scelta, ribadisce Arminio, è stata quella di puntare su «un linguaggio immediato e diretto, su una scrittura che potesse essere compresa da tutti, anche dai contadini, dalle fasce sociali più umili, vicina alla geografia dei territori, autenticamente comunitaria, perfettamente coerente con quello che è il mio impegno quotidiano in difesa dei piccoli paesi. Sono convinto che la politica e la poesia debbano marciare insieme, la poesia non ha senso senza scelta di campo, al tempo stesso la politica può trovare un sostegno importante nella poesia. Leggere poesie fa bene perché avvicina ai grandi temi dell’esistenza ma c’è nei miei versi anche una forte attenzione ai contenuti, alla sfida di riabitare i piccoli paesi, alla battaglia contro lo spopolamento. Non è un caso che abbia scelto di partire nel mio ciclo di presentazioni da un piccolo paese quale Rocchetta Sant’Antonio nel segno di quel percorso di riscoperta delle are interne che è alla base della paesologia per poi fare tappa il 13 febbraio a Napoli, nel mese di marzo ad Avellino e alla Casa della Paesologia di Trevico». La corporeità, lo sguardo, il legame con la terra sono alla base della sua ricerca poetica: “Oggi stavi nel mio sangue/ io me ne accorgevo/ogni volta che il sangue/entrava dentro il cuore/Oggi stavi nelle ossa/C’era un vago minerale/ sentore di te/nella testa dell’omero/nella fossa dell’anca". O ancora come quando scrive "La prima volta non fu quando ci spogliammo /ma qualche giorno prima/mentre parlavi sotto un albero/Sentivo zone lontano del mio corpo che tornavano a casa». Il titolo stesso è un manifesto: "Cedi la strada agli alberi" è un riferimento alla necessità da parte dell’uomo di fare un passo indietro, nel segno di una nuova alleanza con la natura, di un nuovo sentire che parta dalla comunione con la terra». Lo ribadisce con forza quando scrive “Non limitarti a galleggiare/scendi verso il fondo/anche a rischio di annegare/Sorridi di questa umanità/che si aggroviglia su sè stessa/Cedi la strada agli alberi”. A dispetto delle contraddizioni che vivono ancora oggi i territori irpini resta ottimista sul futuro del Sud: «Malgrado in apparenza sembra sia tutto immobile in queste terre, malgrado la scarsa attenzione della politica, incapace di impegnarsi realmente a sostegno del Mezzogiorno, di potenziare i servizi invece che smantellarli, il Sud resiste ed è più vivo di come viene tradizionalmente rappresentato. Io credo ci sia speranza per queste terre, in cui la rinascita coesiste con una lenta agonia, in cui convivono rassegnazione e dinamismo. Ci sono tanti Sud, penso alla vivacità culturale che caratterizza alcune aree della Puglia e della Basilicata, sono convinto che il ritorno alla terra, ai paesi, all’agricoltura sia ormai inevitabile. La stessa Irpinia è ancora oggi una terra fortemente agricola, che vive di terra». Inevitabile anche il riferimento al rapporto tra Rete e poesia: «Per quel che mi riguarda la Rete è sempre stata uno strumento che mi ha consentito di promuovere la poesia, di conquistare un pubblico più ampio. Non l’assolvo dai suoi peccati ma può essere un canale alternativo per parlare di poesia, per far conoscere la propria produzione al di là dei confini geografici».

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