Corriere dell'Irpinia

Centrodestra al governo e all’opposizione: una coalizione irrimediabilmente spaccata

Il civismo non si può tradire, avvertono i consiglieri comunali del gruppo Davvero e di W la libertà. Il messaggio, diretto alla neo sindaca Laura Nargi, è arrivato alla vigilia della proclamazione degli eletti, mentre sono in corso le trattative per la formazione della nuova giunta.

Non si può mettere in discussione la scelta civica, dicono i consiglieri festiani, che in assise comunale possono contare su una solida maggioranza relativa. Perché vanno tutelati gli interessi e i bisogni diffusi non interpretati dai partiti, ma sopratutto va limitata la cessione di quote di giunta agli alleati di Patto civico. E’ la posizione di Davvero e W la libertà, le formazioni storiche di Festa. Tra loro potrebbero spartirsi ben cinque assessorati su nove totali, più la presidenza del consiglio comunale. Il “calcolo” in base ai voti dalla lista. Il gruppo di Nargi, Siamo Avellino, otterrebbe un solo assessore. La sindaca si riserverebbe poi la nomina di un tecnico, probabilmente al bilancio.

Secondo invece l’intesa informale stretta alla vigilia del ballottaggio con la compagine civica di centrodestra di Rino Genovese, alla lista del consigliere regionale Livio Petitto, “Moderati e Riformisti”, spetterebbero due assessorati.
E ci sarebbe da premiare l’impegno di Forza Avellino di Angelo D’Agostino. A conti fatti, i nove posti in giunta, tra civici di Festa e di Nargi e civici di centrodestra di Petitto e D’Agostino non basterebbero.
Inoltre, l’amministrazione Nargi premiando gli alleati si sposterebbe seppure di poco ma significativamente a destra. Insomma si connoterebbe politicamente. Addio civismo, storico vessillo di Festa.
Eppure Nargi ha impostato la sua campagna elettorale, oltre che sul programma, sulla sua indipendenza dai partiti. Non solo. Una apertura a destra significherebbe rinnegare la sua storia e quella degli altri esponenti del centrosinistra che al seguito di Festa si sono fatti civici e di conseguenza non accetterebbero a cuor leggero una alleanza con il centrodestra.

Sopratutto, una intesa tra il primo cittadino, Petitto, D’Agostino, Lega sarebbe suggello del fallimento definitivo del centrodestra. Un centrodestra che in Irpinia non è mai esistito e non è mai stato unito sin dal principio della campagna elettorale, quando Forza Italia e Lega hanno preferito nascondere i simboli pur di dare appoggio a Rino Genovese mentre Udc e Fratelli d’Italia hanno provato la corsa in solitaria. Rimasti fuori dal consiglio comunale, ora sono comunque in aperta opposizione al sindaco.

L’anomalia di un centrodestra che partecipa all’amministrazione della città e nello stesso è all’opposizione sarebbe un pasticcio che mette in imbarazzo i partiti e confonde gli elettori. Da una parte, Nargi compromessa in una alleanza non civica e senza una chiara caratterizzazione politica, dall’altra un centrodestra mezzo civico coinvolto nell’amministrazione della città e un centrodestra all’opposizione, fuori dall’aula rivendica identità e coerenza.

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