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Cgil Valle Ufita, la nota di protesta

 

Facciamo autocritica. Abbiamo fallito tutti. Quelli che hanno fatto finta di non capire e quelli che non hanno saputo far capire e non sono riusciti a farsi ascoltare. L’allarme lanciato da tanti di noi , la necessità di accoglierli,ancorchè provvisoriamente come nei centri sequestrati, la proposta di inserirli in lavori di utilità, avevano un fondamento,per un salto di qualità di tutta la questione. Oggi è un giorno di lutto.Siamo consapevoli che organizzare l’accoglienza non è semplice,ma dobbiamo valutare se è meglio governare direttamente tramite i comuni e le strutture pubbliche territoriali quali( ASL-Piani di zona sociali e associazioni)il problema. Ciò permetterà di realizzare un controllo più efficace della situazione sul territorio e ,quindi,di dare risposte più rapide ai nostri cittadini,ma anche ai profughi che questo territorio è chiamato ad accogliere. Realismo e concretezza devono essere le parole chiavi che ci devono impegnare per un tentativo di convenzione sociale. Una convenzione che deve essere frutto del confronto da avviare con i sindaci interessati,in modo da garantire un’efficiente gestione vicina alle autorità locali e ,quindi ,in armonia con il territorio e la cittadinanza, scongiurando potenziali disagi. Fino ad oggi l’accoglienza dei profughi è stata gestita tramite un rapporto diretto tra la Prefettura e i soggetti candidati a ospitare queste persone,dobbiamo superare questa fase,riteniamo più opportuno un coinvolgimento diretto delle Amministrazioni locali che ,insieme ed attraverso le strutture territoriali predisposte, possono governare in prima persona questa prolungata emergenza :è un’assunzione di responsabilità che ci consente di avere informazioni in modo più puntuale e un ruolo più attivo.Attivare percorsi di accoglienza e integrazione a favore dei migranti,tali percorsi dovranno permettere ai migranti di conoscere e meglio integrarsi nel contesto sociale in cui vivono,attraverso lo svolgimento di attività di volontariato finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e/o di pubblico interesse (non a fini di lucro), che consentano di acquisire e svolgere un ruolo attivo e partecipe.Pertanto , tali attività dovranno inserirsi nei contesti di carattere civile, sociale, educativo, ambientale, sportivo e culturale, che non richiedono particolari forme di specializzazione e comunque nel rispetto delle capacità, attitudini , professionalità e intenzioni della persona straniera migrante.L’attività di volontariato prestata da tali soggetti in modo personale, spontaneo e gratuito, non dovrà in alcun modo configurarsi come sostitutiva delle normali attività di lavoro strutturato e retribuito.Il tutto in coerenza con protocolli già firmati in Prefettura, la portata della questione impone questo salto di qualità nel governo dell’accoglienza e richiama tutti noi ad una presa di coscienza più consapevole

CGIL VALLE UFITA

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