Ha conquistato il pubblico la giovane e promettente pianista di Lacedonia, di scena al Castello Ducale, classe 1996. Un’iniziativa promossa da ‘Sinergie’ e Consulta delle associazioni bisaccesi. Tra i ‘pezzi’ del recital, brani di Schumann e Beethoven. Viviana Cilano ha già dalla sua una promettente carriera: dopo il diploma, a pieni voti, conseguito al Conservatorio Buzzolla di Andria, si è classificata ‘Primo assoluto’ in diversi concorsi nazionali: Castel S.Angelo (20052006), NapoliNova (2007), Mirabello in Musica (2013). Seconda ai concorsi internazionali Clivis 2015 e Campochiaro 2016.
E, ancora apprezzamenti per lei da artisti di fama come Maurizio Baglini, Oxana Yablonskaya, Benedetto Lupo, Giuseppe Andaloro e Ivari Ilja.
E’ lei stessa a sottolineare come nasca la passione per la musica: "Non riesco ad associare alla musica un momento preciso della mia vita perché mi accompagna da sempre: ho dei video di me piccolissima dove al suono di una tastiera iniziavo a ballare aggrappandomi ad una sedia. In casa poi, gravitavo sempre attorno al pianoforte di mio nonno, a quattro anni feci il mio primo saggio e ad otto ero già in conservatorio"
Quanto alle sue aspirazioni: "Ad oggi frequento il terzo anno di Farmacia all’Università La Sapienza di Roma ed un mio obiettivo è di completare gli studi. La mia prima aspirazione è di poter vivere della mia passione, continuare a suonare e intraprendere una carriera da concertista. Sento il bisogno di condividere le mie emozioni con il pubblico e in quei momenti realizzo a pieno la mia felicità, mi rendo conto di quanto sia fortunata a fare quel che faccio e non desidero altro". Un percorso nel quale non sono mancate le difficoltà, poi superate: "Al quinto anno ebbi un’importante infiammazione muscolare alle braccia, alcuni medici mi dissero che non avrei più suonato. Poi ho incontrato il Maestro Olaf John Laneri, un grandissimo pianista e una persona straordinaria che ha dato una svolta determinante alla mia vita. Tutt’oggi è la mia guida e se posso sognare questa carriera in gran parte lo devo a lui".
Tanti i modelli, uno in particolare: "Come pianista mi ispiro al grande Arturo Benedetto Michelangeli, che disse "Essere un pianista e un musicista non è una professione, è una filosofia, una concezione di vita, che non può basarsi nè sulle buone intenzioni, nè sul talento naturale. Bisogna avere prima di tutto uno spirito di sacrificio inimmaginabile".
E un sogno nel cassetto "suonare alla leggendaria Carnegie Hall di New York, ma per adesso una bellissima tappa sarebbe quella del Gesualdo di Avellino, portare la musica classica nei miei posti è sempre motivo d’orgoglio".