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Privatizzazione IIA: Fismic, speculazione o rilancio?

«Il passaggio da pubblico al privato, voluto dal Governo Meloni e concretizzato dal Ministro Urso, segna la fine di una storia industriale che aveva accarezzato l’idea di un polo nazionle di produzione degli autobus Made in Italy. Siamo tutti in mare aperto», dichiara il Segretario Zaolino a conclusione della riunione di Flumeri.

«Verificheremo le intenzioni di Civitillo e capiremo quale sarà l’impatto sul futuro della fabbrica di Flumeri e quali sacrifici saranno chiesti ai lavoratori per ottenere una svolta vera e concreta.

Da parte nostra ci sarà un’attenta valutazione e se il piano industriale sarà convincente daremo il nostro appoggio. Le prime mosse fatte dal nuovo responsabile le condividiamo. Privarsi di dirigenti costosi e fallimentari è stato un segnale che aspettavamo. Il disastro consumato negli ultimi 5 anni con lo spreco di oltre 200 milioni ci ha portato in questa situazione difficile e complicata.

Il pubblico ha fallito perché si è gestito con il solito condizionamento della politica. Nel 2019 c’erano 1000 autobus in portafoglio, 50 milioni di euro per gli investimenti e 370 persone a Flumeri pronte per produrre almeno due autobus al giorno. Eliminare gli sprechi, controllare gli acquisti e i fornitori sarà una delle prime mosse che dovrà fare la nuova gestione. Conoscendo la storia industriale di Civitillo, siamo convinti che inizierà proprio da qui. La vera sfida sarà costruire il consenso dei lavoratori. Bisogna eliminare le diseguaglianze tra Bologna e Flumeri e finalmente premiare chi lavora e chi si impegna.

L’azzeramento dei debiti fatta dai vecchi soci e la ripartenza con una dote economica fatta da Civitillo, può essere un’occasione da cogliere. Vedremo più avanti anche il ruolo dei cinesi e l’impatto che ci sarà sul futuro della fabbrica di Valle Ufita è di quei 600 mila metri quadri di terreno intorno allo stabilimento che fanno gola a tanti soggetti industriali».

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