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“Così il civismo aiuta la politica”, Genovese ringrazia i partiti

“Me lo hanno chiesto tante volte e alla fine ho detto di sì”. Rino Genovese sorride consapevole della grande responsabilità che si è caricato addosso. “Voglio mettere a disposizione della città l’esperienza che ho maturato nella professione di giornalista, che mi ha portato a conoscere a fondo questo territorio e capirne le potenzialità”.

E ha scelto la politica…
“Non è stato facile, ci ho riflettuto per molti mesi. Il giornalismo, come lo intendo io, tra e per la gente, è una professione ma soprattutto è una emozione. Però ora voglio mettermi a disposizione della mia comunità”.

Per fare cosa?
“Il mio programma, come dicevo, nasce dalla mia esperienza lavorativa. L’aver conosciuto l’Irpinia in lungo e in largo mi ha portato a considerare quante immense potenzialità abbia questa terra. Sono convinto che Avellino possa essere il traino dello sviluppo di una area vasta che comprende tutta l’Irpinia. Se riusciamo a mettere a sistema le energie produttive, culturali, associative, i pregi artistici, architettonici e ambientali della provincia potremmo diventare attrattivi a livello nazionale e internazionale. Ne sono convinto. Oggi Avellino è ancora una città chiusa in se stessa, vorrei che si aprisse al territorio, al mondo”.

Perché ha voluto rinunciare ai simboli di partiti?
“Non ho rinunciato ai simboli, ho voluto mettere le idee davanti a tutto. I partiti che le hanno condivise mi sostengono: ci sono popolari, riformisti, liberali, associazioni, ci sono le persone. Quando sa interpretare le esigenze di una comunità, il civismo aiuta la politica. Ringrazio i partiti che hanno rinunciato ai loro simboli per essere parte di questo grande progetto di sviluppo per Avellino”.

Lei ha l’appoggio del consigliere regionale Livio Petitto e di Angelo D’Agostino, non rischia di somigliare troppo a Festa?
“D’Agostino e Petitto hanno voluto condividere il mio progetto e non può che farmi piacere. Non ho fatto l’analisi del sangue politico dei miei candidati ma abbiamo ragionato sulle proposte. Vede, io ho una visione ben precisa del futuro di Avellino. Riconosco all’amministrazione Festa il valore di aver assecondato esigenze che prima non erano considerate. Come ad esempio la voglia della città di essere viva, protagonista. Io ho un modo diverso di interpretare questo sentimento che Festa ha portato alla luce. Comunque in campagna elettorale parlerò del mio programma e non della questione giudiziaria, non mi sentirete soffermarmi su sterili polemiche personali”.

Secondo Genovese, qual è la priorità della città?
“Le politiche sociali. Una amministrazione si qualifica per l’attenzione ai più deboli, ai fragili”.

Che cosa significa Gate, l’acronimo che lei ha scelto per sintetizzare il suo programma?
“In inglese significa cancello. Gate è la porta per accedere allo sviluppo. E’ l’acronimo delle quattro priorità individuate dai cittadini: G sta per giovani, A per Ambiente, T per territorio. E per economia e occupazione. Lo spiegheremo in campagna elettorale. Ma il Gate è solo un punto di partenza, il nostro sarà un programma partecipato, perfezionato insieme ai cittadini. Lo stiamo facendo e continueremo per i prossimi cinque anni”.

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