Corriere dell'Irpinia

Dalla macerie della guerra la visione del bene comune; l’Italia faro della democrazia. Covotta lo racconta in un libro

L’evento svoltosi il 21 agosto a Villanova del Battista ha rappresentato un’occasione di grande rilievo non solo per la comunità locale, ma per l’intera riflessione intellettuale italiana sul significato della politica nel corso del Novecento.

La presentazione del libro di Andrea Covotta, “Politica e Pensiero, storia e personaggi dei partiti del Novecento”, è stata molto più di un semplice appuntamento culturale: si è trattato di un momento cruciale di memoria collettiva e di esame critico del percorso politico italiano, dalle origini del secolo scorso fino agli anni drammatici e decisivi del 1978. L’anno in cui il libro si conclude non è stato scelto a caso.

Il 1978 fu infatti un anno simbolico nella storia della Repubblica Italiana, segnato da eventi che avrebbero profondamente influenzato il corso politico del Paese. L’assassinio di Aldo Moro, una figura centrale della Democrazia Cristiana e uno dei principali architetti del “compromesso storico”, ha rappresentato un colpo durissimo per la democrazia italiana, segnando la fine di una fase politica caratterizzata dal dialogo tra le forze moderate e la sinistra.

Nello stesso anno, l’elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica ha incarnato il desiderio del Paese di rialzarsi e di ritrovare nei valori della Resistenza e della Costituzione la forza per affrontare le sfide del terrorismo e della crisi economica. Il libro di Covotta non è solo un resoconto storico, ma un atto di ricostruzione identitaria.

L’Italia del Novecento ha vissuto una delle epoche più complesse e decisive della sua storia, un periodo in cui la politica è stata il fulcro del cambiamento, della ricostruzione e della rinascita del Paese. Il libro di Andrea Covotta, attraverso una narrazione dettagliata e appassionata, ripercorre le tappe fondamentali di questa storia, gettando uno sguardo attento e critico su figure chiave come Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Enrico Berlinguer e Aldo Moro. Queste personalità, con le loro vicende personali e politiche, non solo hanno segnato un’epoca, ma hanno anche lasciato un’eredità che continua a influenzare l’Italia di oggi.

De Gasperi, in particolare, emerge come il fulcro di questa narrazione. A settant’anni dalla sua scomparsa, la sua figura resta un punto di riferimento imprescindibile, per comprendere le radici della nostra democrazia e le scelte che hanno collocato l’Italia nel “versante giusto della storia” – come sottolinea l’autore stesso.
La sua leadership, nel contesto di un’Italia devastata dalla guerra e dal fascismo, fu cruciale nel rimuovere non solo le macerie materiali, ma anche quelle economiche e sociali. Fu sotto la sua guida che l’Italia scelse l’alleanza atlantica, partecipò alla fondazione della NATO e si impegnò nella costruzione dell’Europa unita, insieme a figure di rilievo come Adenauer e Schuman.

Ma il libro di Covotta non si limita a celebrare queste figure. Attraverso una penna raffinata, l’autore mette in luce le contraddizioni, le tragedie personali e collettive che hanno accompagnato la vita politica del Novecento. La tragedia di Aldo Moro, che simboleggia in modo drammatico le sfide della democrazia italiana, è narrata con un’intensità, che invita alla riflessione su quanto sia fragile il confine tra stabilità e caos in un sistema democratico.
La lezione che emerge da questa analisi storica è chiara: la politica, intesa come servizio e dedizione al bene comune, è stata il motore della rinascita dell’Italia .

E proprio oggi, in un contesto globale sempre più complesso e frammentato, si avverte il bisogno di recuperare quei valori che furono alla base della Resistenza e della nascita della Repubblica – sostiene Gianni Festa, direttore del Corriere dell’Irpinia. Valori che non devono essere relegati al passato, ma riscoperti e adattati alle sfide del presente, per garantire un futuro di democrazia e progresso per le nuove generazioni.

La storia politica del Novecento, come ricorda Covotta, rappresenta una delle pagine migliori del nostro Paese. È una storia che non deve essere dimenticata, ma studiata e compresa, soprattutto da chi oggi intende affacciarsi alla vita politica. In un momento storico in cui il cinismo e la disillusione sembrano dominare il discorso pubblico, il richiamo alle figure del passato, ai loro ideali e al loro impegno, offre un utile strumento per chi desidera intraprendere un percorso politico all’insegna della responsabilità e della visione a lungo termine.

L’ opera di Covotta è, quindi, un invito a riflettere su cosa significhi veramente fare politica. Non solo come esercizio di potere, ma come arte di costruire il futuro, partendo dalla memoria e dai valori che hanno reso grande il nostro Paese. E, in questo senso, la figura di Alcide De Gasperi rimane un faro che illumina il cammino, oggi come allora.

Rosa Bianco e Fiore Carullo

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