Corriere dell'Irpinia

De Feo: uscire dagli schemi è l’unica strada per salvare Avellino e l’Irpinia

“Uscire dagli schemi per trasformare un sistema ingessato. E’ l’unica strada per guardare al futuro con fiducia. Ho scelto di portare avanti una rivoluzione dal basso, partendo dai piccoli”. Lo sottolinea il professore Giovanni De Feo nel corso del confronto dedicato al volume “Tuttucià”, presentato questo pomeriggio alla Biblioteca provinciale. Ad intervistarlo il professore Leonardo Festa e la giovane ricercatrice Maria Chiara Pizza. Spiega come “il libro, il cui titolo è un richiamo a “We will rock you” dei Queen, nasce dal desiderio di portare il mio messaggio a tutti, anche agli ‘insensibili’, a chi sembra non preoccuparsi in nessun modo di ciò che riguarda l’ambiente, Di qui il ricorso al rap, alle canzoni, alle storie per catturare l’attenzione dei piccoli, in un’età in cui si è ancora sensibili ai messaggi che arrivano dall’esterno, soprattutto quando scelgono la strada delle emozioni”.

Docente all’Università di Salerno, non nasconde le contraddizioni di un sistema come quello accademico “ancora diviso per compartimenti stagni, in cui le novità vengono guardate con sospetto, senza dimenticare giochi di potere e carrierismo. Io stesso sono stato a lungo discriminato, ero per tutti solo quello ‘simpatico’ e se oggi non devo più temere nulla è perchè con la mia popolarità ho conquistato anche autorevolezza”. Eppure, non ha dubbi De Feo, “cercare strade nuove nel mondo dell’università e della scuola è l’unico modo per accrescere la qualità della formazione. Penso ai docenti che talvolta mettono da parte creatività e innovazione, mentre sono qualità fondamentali insieme all’entusiasmo poichè diventa sempre più difficile catturare l’attenzione degli studenti. Il dramma vero è che le nuove generazioni sono più attente ai messaggi che arrivano dai social o dalle canzoni di cantanti come Geolier che a qualsiasi altro discorso. Ecco perchè siamo chiamati a mescolare i saperi per dare nuovi sapori”. E spiega come mi sento un “colibrì che si avvicina al fuoco mentre tutti scappano. So di rischiare sempre scegliendo la strada dell’innovazione ma preferisco provare, anche a costo del fallimento”. Anche nella lotta allo spopolamento “Continuo a pensare che non abbiamo altra strada che quella dei supercomuni, servono idee profondamente nuove per trattenere i nostri giovani”

Sul presente e futuro della città “Avellino è ridotta male. Penso al tunnel che appare un’opera inutile e infinita. Non ho mai compreso il senso di ottenere fondi da destinare a opere che non servono a nessuno.  Sono convinto che per trasformare la città ci sia bisogno innanzitutto di cambiamenti nel comportamento dei cittadini”. Alla vigilia delle elezioni “Rivolgo un grosso in bocca al lupo ai candidati, mi auguro che il piano del verde possa essere messo finalmente in pratica perchè è bellissimo. Quello che mi amareggia è il non essere riusciti a individuare strategie e misure per arginare l’inquinamento dell’aria, malgrado la mobilitazione di tanti. E’ chiaro che c’è bisogno di strumenti complessi che riguardano sia il traffico veicolare che il sistema dei riscaldamenti. La speranza è che la futura amministrazione investa sulla salvaguardia dell’ambiente, partendo dalla riconquista del senso civico, penso alla risistemazione delle strisce pedonali, alla cura del verde, alla raccolta differenziata o a incontri con i carabinieri per educare al rispetto del codice della strada. Bisogna partire dalle cose semplici, dal rispetto delle regole e dal pubblico decoro”

Exit mobile version