Corriere dell'Irpinia

Domenica di Carta, all’Archivio di Stato di Avellino a confronto su “Mia cara dolce Irpinia” di Gangale

In occasione della giornata Domenica di Carta, l’8 ottobre, alle10.30, presso l’Archivio di Stato di Avellino, sarà presentato il libro “Mia cara dolce Irpinia”, dell’autrice, storica e saggista sannita Lucia Gangale. A conforntarsi con l’autore il direttore Maria Amicarelli e la professoressa Gabriella Fuccio, direttore responsabile del quindicinale Realtà Sannita, che si stampa da oltre 40 anni.
Il libro, che riassume l’intensa passione dell’autrice per il territorio irpino, è il risultato di anni di scoperte e di un rapporto di amicizia tra l’autrice, la storica e saggista sannita Lucia Gangale e la terra irpina. Un progetto concepito e realizzato nel ventennale della rivista semestrale Reportages Storia & Società, da lei stessa diretta, per inaugurare una serie editoriale chiamata “I piccoli libri di Reportages”. Il libro di Gangale raccoglie e sistema materiali sparsi che l’autrice ha prodotto in un lungo arco temporale: scritti, pubblicazioni, fotografie, curiosità ed un bagaglio di emozioni, atmosfere, ricordi legati ai luoghi. Tutti questi materiali si sono sedimentati nell’anima dell’autrice fino a dare vita a un libro in cui il rigore storico e critico si fonde con il cuore di una cittadina adottiva.
L’intento dell’autore è di portare il lettore nel territorio irpino ripercorrendo la storia di questi luoghi. Non si tratta di un semplice studio compilativo, ma di un racconto concepito come un vero romanzo, che mescola sapientemente fatti, ricordi ed emozioni, intrecciando le tappe del territorio segnate dai vari paesi con le diverse vicende storiche.
L’Irpinia è il suo cielo dalla luce particolare, il suo verde, i suoi tesori storici, il particolare senso di appartenenza dei suoi abitanti, la sua intelligenza portata in giro per il mondo. Il libro è interessante anche per chi ami letture che esplorino luoghi, paesaggi e un’altra classe socioeconomica, altre generazioni, permettendo un viaggio nel tempo, rifuggendo dal Sud di folclore, acquisendo tanti piccoli dettagli a volte più significativi di grandi affreschi.
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