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E’ forse il tempo di due Regioni?

 

Potrebbe apparire una bestemmia, ma i fatti consegnano una netta smentita. La Campania, vista come estensione territoriale, fa registrare una profonda divisione di gestione amministrativa. Le zone interne vivono di abbandono e pesanti penalizzazioni rispetto alla fascia costiera Napoli-Salerno, interessata da un significativo sviluppo. In parte ciò è dovuto al ruolo marginale che le zone interne hanno assunto in questo ultimo decennio per il disimpegno (e l’assenza) della sua classe dirigente. Lontano è il disegno degli anni Settanta, allorché si affrontava il tema del riequilibrio territoriale, partendo dalle cosiddette “opzioni Cascetta”. Di fatto risale a quel tempo il solo tentativo di dotare la Regione di un piano di programmazione territoriale. Successivamente l’Istituzione regione si è distinta per essere il supermunicipio di Napoli. Al resto della Campania toccavano solo mance, a seconda dell’appartenenza territoriale dei vari assessori. Così è stato fino a quando al vertice di S.Lucia non è giunto il salernitano Vincenzo De Luca. Qui il rapporto di forze cambia. La gestione lottizzatoria dell’ex sindaco di Salerno è ben nota. Sarebbe sufficiente le nomine fatte nei vari enti di competenza regionale. Nota è anche la sua non comune capacità di stringere patti scellerati di potere con i vari padrini riferimento dei territori. Tanto che nello stesso suo partito, il Pd, si è aperto uno scontro tra “napolicentrismo” e “salernocentrismo”. (Ben note sono le recenti rimostranze del capogruppo regionale Pd, Lello Topo). I patti, però, sono all’insegna di un becero clientelismo e non certo finalizzati ad un interesse della comunità regionale. In realtà le zone interne (ad eccezione di parte del Cilento salernitano) sbarcano il lunario all’insegna della precarietà. Tagli ai trasporti pubblici, promesse non mantenute per un’adeguata assistenza sanitaria, nessun intervento per combattere l’emigrazione e la mancanza di lavoro. Non è forse giunto il momento di ripensare ad una regione delle zone interne? Forse non è una bestemmia.

edito dal Quotidiano del Sud

di Gianni Festa

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