Corriere dell'Irpinia

Fortini: dimensionamento, pronti a impugnare il decreto. Ma sindaci e dirigenti del territorio restino uniti

“Siamo pronti a impugnare il decreto ministeriale per salvare il maggior numero di autonomie in Irpinia e in Campania. E’ assurdo che nella finanziaria si faccia riferimento a un parametro unico, senza tenere conto delle specificità dei territori”. Lo sottolinea l’assessore regionale all’istruzione Lucia Fortini nel corso del confronto con dirigenti scolastici e amministratori al Polo dei giovani sul tema del dimensionamento,  promosso dai consiglieri regionali Maurizio Petracca ed Enzo Alaia 

“Stiamo aspettando che il decreto ministeriale sia approvato per poterlo impugnare – prosegue Fortini – Chi non conosce il mondo della scuola non si rende conto di quale dramma rappresenti questo decreto che porta i parametri per garantire la sopravvivenza di un istituto da 600 a 900 alunni, la diminuzione delle autonomie significherebbe riduzione del personale scolastico, dagli operatori Ata ai docenti ma anche l’impossibilità per le famiglie di iscrivere i figli al plesso vicino casa. Inevitabilmente, gli accorpamenti di istituti scolastici rischiano di ridurre la qualità del servizio con classi sempre più numerose e più difficili da gestire”.  Non ha dubbi l’assessore “La partita si giocherà al Tar, cercheremo di far valere i vecchi parametri compresi tra 400 e 600 alunni ma dobbiamo essere certi che il dimensionamento scolastico non sia condizione necessaria per non perdere i fondi del Pnrr, altrimenti è chiaro che avremmo perso in partenza. Sappiamo bene che l’Irpinia non è Napoli, nè un liceo può essere equiparato a un professionale, i bisogni sono certamente diversi. Ecco perchè chiedo a voi dirigenti e sindaci di aiutarci ad immaginare eventuali accorpamenti che tengano conto delle esigenze dei territori, attraverso riunioni d’ambito. Del resto, portando a 900 alunni il tetto minimo per garantire l’autonomia il governo finisce per sconfesssare sè stesso, a partire dalla norma contenita nella finanziaria nella quale si ribadisce la volontà di rivolgere attenzione alle aree interne”. Al dirigente scolastico Franco Di Cecilia che chiede una revisione dei parametri di classificazione delle aree montane spiega che “Non è compito nostro del governo rivedere questi parametri ma la battaglia non si ferma. Vi chiediamo di restare uniti, di evitare scontri tra campanili”

Ed è proprio Di Cecilia, alla guida di 38 scuole in 11 comuni, a farsi portavoce delle ragioni dei dirigenti scolastici “Chiediamo alla Regione e ai parlamentari irpini di condurre una battaglia per la revisione dei parametri o che almeno si possa arrivare a considerare tutto il territorio dell’Irpinia come zona montana, potendo così beneficiare di deroghe. Non è la stessa cosa avere un’unica scuola con 1500 alunni piuttosto che 1500 alunni distribuiti in 38 scuole spalmate in 11 comuni. La stessa legge che definisce i comuni montani non tiene conto di altri fattori se non l’indice altimetrico con il risultato che Amalfi è considerato comune montano e Frigento no. Da qui la necessità di rivedere anche questa classificazione o almeno di tenere conto nell’assegnazione delle dirigenze della distanza tra comuni e plessi scolastici, definendo d esempio un tetto massimo di 20 kilometri di distanza tra le sedi assegnate per mitigare lo svantaggio  di aree depresse, in via di spopolamento”

Petracca ricorda come il piano della Regione dovrà essere approvato entro il 30 novembre o il 31 dicembre in caso di circostanze eccezionali, sottolineando come a complicare le cose sia anche il decreto relativo all’autonomia differenziata che pure colpisce la scuola. Mentre Alaia sottolinea come l’incontro nasca dalle “esigenza dagli amministratori di fare pressione sul governo per dare possibilità ai nostri concittadini di avere servizi di maggiore qualità”

Inevitabile il riferimento da parte dell’assessore Fortini anche al Piano di Zona che non riesce a decollare “Avevamo cercato con un atto amministrativo di dare un mano. Ma l’anno prossimo ci saranno le elezioni. Saranno i cittadini a valutare l’operato dei sindaci”

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