Sceglie di raccontare le trasformazioni della nostra società lo scrittore partenopeo Lorenzo Marone, a partire dal disorientamento di tanti giovani di ieri, oggi cinquantenni. Nasce così “Generazione X. Monologo semiserio di una cinquantenne”, in programma il 6 settembre, alle 20.30l nello spazio antistante la libreria Mondadori. L’invito che lancia Marone è quello di andare al di là di categorie posticce, cercando di vivere il proprio tempo con una nuova consapevolezza, superando limiti e sfruttando nuove opportunità. Marone parte dalla constatazione della perdita delle consuetudini sane come ad esempio la noia o l’attesa, che hanno caratterizzato interi periodi della vita delle generazioni precedenti fino all’affermarsi di nuovi riti imposti dallo strapotere dei social che hanno modificato profondamente le relazioni. Dai boomer cresciuti nell’epoca del rock ‘n’ roll e delle proteste per i diritti civili, che conservano una certa ostilità nei confronti delle nuove tecnologie alla generazione X che ha vissuto la saga di Star Wars, e i cartoni animati come i Trasformers, i Puffi, I Goonies, e prova a cimentarsi con le novità, fino alla nuova generazione nata e cresciuta nell’era digitale, per la quale lo smartwatch è un prolungamento del proprio braccia. Marone ci invita a riflettere su noi stessi, su quella lenta presa di coscienza prende coscienza che il tempo ti sta sfuggendo di mano, e che il proprio mondo, i propri riferimenti culturali, i propri idoli, sono già nel dimenticatoio, se non morti. “Una riflessione semiseria – spiega Marone – su ciò che siamo noi cinquantenni di oggi, un confronto divertente e stimolante tra generazioni per provare a capire tutti insieme se il mondo sta migliorando o peggiorando”. Nato a Napoli nel 1974, Marone ha collezionato successi letterari sin dall’esordio, pubblicando 11 romanzi tradotti in 18 lingue per prestigiose case editrici come Longanesi, Einaudi e Feltrinelli. Tra i suoi romanzi “Le madri non dormono mai” e “Sono tornato per te”
Generazione X, Marone porta in città il “Monologo semiserio di un cinquantenne”
