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“Giunta di estranei, non di esterni. Con dentro quella borghesia che sta dove conviene: è il Festa bis”. Parla Santoro

Amalio Santoro, esponente dell’opposizione, eletto nella lista di “Per Gengaro”, esponente di SiPuò, in Aula, durante l’assise di lunedì, al momento della convalida dei consiglieri di maggioranza, lei insieme a Antonio Gengaro e Antonio Bellizzi è uscito dall’aula. Perché?

“L’avevamo detto che la convalida degli eletti non era semplicemente un fatto burocratico ma implicava anche un giudizio politico. E noi non ce la sentivamo di rilasciare questa patente di buona politica ad una maggioranza che è frutto di una esperienza paludata che continua nel presente. Ci è sembrato giusto prendere le distanze dall’attuale amministrazione. Non potevamo fare sconti. Questa amministrazione non è l’inizio di una nuova storia”.

Lei avrebbe voluto intervenire in consiglio: per dire cosa?

“Che non esistono giunte tecniche, ma solo giunte politiche. Si prova ad esorcizzare la storia, ad evitare che il morto acchiappi il vivo. Una operazione abbastanza impossibile perché ciò che manca sono la strategia, la visione, la cornice ideale. E’ una giunta che si avvale di persone che mi sembrano più estranee che esterne, coinvolgendo anche pezzi della borghesia cittadina sempre pronta a collocarsi nella zona grigia, una borghesia che prega Dio di essere nel luogo dove conviene stare”.

C’è una discontinuità rispetto al passato?

“Questa è una chiacchiera da cortile. C’è una amministrazione che è una sorta di Festa bis. Si avanza sempre sul passato. Non c’è una discontinuità. Governino e vedremo che cosa produrranno. Non mi aspetto nulla. La sindachessa, oltre a leggere qualche letterina di Babbo Natale, non dice nulla. Inoltre abbiamo un presidente del consiglio comunale inutile e dannoso. Lo spazio per la discussione è sempre più soffocato”.

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