Gerardo Di Martino*
Arrivano i buoni, arrivano i ragazzi. Perché loro hanno sicuramente capito che, qui, qualcosa non va.
Forse è la prima volta, sicuramente sono poche quelle in cui ragiono con voi di un evento locale. Ma, per l’occasione, credo prevalga su tutto il resto.
L’avvocatura è in enorme difficoltà. È veramente inutile che ci giriamo intorno con battaglie di principio.
La mia generazione, insieme a quella subito prima e a quelle successive, hanno preso in faccia, belli dritti e forti, tutti i pali.
Parlo della classe ’74, e di tutte quelle intorno, un po’ prima e subito dopo.
Epperò ieri, finalmente, ho visto ragazzi, giovani avvocati, capaci di combattere, nuovamente. Parlano, discutono e ragionano utilizzando un nuovo strumentario.
Che è poi proprio quello che li porterà a deviare il corso della storia, missione che ciascuno dovrebbe avere nella propria vita, quanto meno per tentare di regalarsi un futuro.
Si è chiusa, ieri per l’appunto, un’iniziativa del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino, della Camera Penale Irpina e dell’AIGA Avellino che mirava alla promozione ed alla valorizzazione dei giovani o giovanissimi avvocati. Tecnicamente detta “Certamen oratorio”.
Ora, a parte la definizione – che è l’unica cosa che appartiene al trapassato, in questa giornata – è stato veramente un piacere vedere e ascoltare questi giovanissimi Colleghi, già in grado di indossare la toga.
Ammirarli nella loro capacità di comprendere che non si trattava (e non si è trattato, infatti) di una gara, ma semplicemente di un momento per esternare le proprie ragioni ad un Giudice, in un’aula di Corte d’Assise.
Non potete immaginare la mia gioia nel constatare la presenza, oltre che dell’intero “Foro giovani”, di tantissimi Avvocati che non hanno più la stessa età; che di solito non partecipano a convegni ed eventi; che appartengono ad una generazione che vive con orgoglio una avvocatura che, ahinoi, non esiste più; e che dunque erano in quell’aula solo per garantire una necessaria presenza, a sostegno, decisamente, dei Ragazzi che sono in arrivo.
Mi ha riempito il cuore, ancora, vedere i giovani Colleghi Consiglieri dell’Ordine, componenti del Direttivo della Camera Penale Irpina e dell’AIGA di Avellino, tutti uniti nel credere e così realizzare un’iniziativa che ha un valore intrinseco inestimabile: altro che convegni e seminari vari.
Un sussulto di gioia, poi, mi ha pervaso nel fare ingresso in aula, nel rivolgere lo sguardo alla Corte e nel vedere la presenza di due giudici e di un pubblico ministero a comporre la “Giuria”. Di questi tempi non è assolutamente scontato: gli avvocati sono tenuti, loro no. E dopo una settimana di udienze, sentenze e fascicoli, ci devi veramente credere, per farlo di sabato mattina.
Penso che per questi Ragazzi le questioni da affrontare sono e saranno tante, molte fuori dalle Aule. Ma c’è tempo, perché lo comprendano da soli e rinvengano le soluzioni che riterranno più efficaci rispetto, non alla nostra, ma alla loro società.
Non l’ho dimenticato. Era solo per riservare in ultimo un pensiero a chi ha reso possibile tutto questo, Lorenzo Scafuri.
Un Giovane Avvocato che ci ha lasciato troppo presto, ma che da lassù ha saputo tessere i fili, ancora una volta, con la sua sconfinata bontà e pazienza. Il Certamen oratorio era intitolato a lui.
*avvocato