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Gli stanchi gazebi del Pd

 

L’operazione-primarie ha visto rispettati gli ordini di scuderia del premier. E ha permesso all’establishment renziano di portare a casa il risultato politico della conferma dei candidati designati. Non è andato tutto liscio, però. Innanzitutto, la candidata abbastanza incolore delle primarie di Napoli – con l’affluenza drogata dalla corsa del revenant nonno Bassolino e forse inquinata da compravendite di voti – ha prevalso per soli 450 voti. E solo alle amministrative ne potrà essere valutato il reale peso elettorale. Anche a Roma, incerta la presa elettorale di Giachetti, forte nel partito ma vera incognita in una città devastata anche per colpe storiche del Pd. E l’affluenza ai gazebi capitolini è stata clamorosamente bassa e senza giovani, anche per l’assenza di candidati che "scaldano l’anima"! Certo, la potente disinformata di palazzo Chigi spiegherà che il tempo non era tanto buono, che si è dovuto organizzare tutto in fretta, che qualche gazebo è stato rubato e altre amenità di questo tipo. Il Pd romano ha subito ufficialmente dichiarato cinquantamila votanti, cioè la metà di quelli nelle primarie vinte da Marino. Solerzia sospetta, che ha fatto nascere il dubbio che siano stati molti di meno! Comunque, appaiono lontani i tempi in cui si esaltavano i candidati della società civile. Il nuovo corso renziano ha schierato a Roma e a Napoli due apparatchik. E a Milano un manager come Sala, da sempre vicino al centro-destra, di cui occorrerà verificare l’appeal sull’elettorato di centrosinistra! Una contraddizione profonda per dei (presunti) rottamatori!
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E non è la sola. Il Pd renziano appare molto diverso da quella forza che ha sempre rivendicato la identità di sinistra. La sua purezza ideologica. Addirittura, in qualche fase, la sua alterità morale. Il Pci-Pds-Ds-Pd ha sempre menato vanto di una leadership collettiva. E oggi è il partito con la più forte connotazione leaderistica, se non addirittura padronale! Ha sempre difeso la libertà di espressione dei giornalisti contro gli editti bulgari del Cavaliere di esclusione dei vari Biagi, Santoro, ecc dalla Tv. E ora il nuovo corso Pd si mostra insofferente, e forse prepara epurazioni, contro i conduttori – da Giannini a Iacona, alla Gabanelli – non allineati con la "narrazione" del Caro Leader. Il quale, da leader populista, ha preferito esporre le sue intenzioni, perfino sulla guerra, in tv dalla D’Urso e non in Parlamento! Il pd, in passato, si è sentito il partito custode dei valori tradizionali della sinistra, a cominciare dalla tutela dei diritti dei lavoratori. Con il jobs act, invece, ha svenduto al padronato inutilmente, in un colpo solo, molti loro diritti. Il Pci-Pds-Dd-Pd è stato sempre vicino ai sindacati. Quello renziano, invece, ci litiga di continuo e appare più vicino al mondo dell’industria e della finanza che a quello dl lavoro. In passato, il Pd – con l’Ulivo – ha sempre sostenuto la necessità di alleanze con forze consimili o comunque affini per sensibilità politica. E oggi si ritrova alleato di Verdini, con il quale addirittura si sospetta un’intesa per il partito della nazione!

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La sinistra riformista aveva subito pesanti sconfitte e molti capitomboli durante il duro confronto con il centrodestra berlusconiano. La voglia di rivincita era dunque diffusa. Perciò un pò tutti hanno chiuso gli occhi rispetto alle tante contraddizioni, non solo tattiche ma strategiche del gruppo dirigente renziano. Ora cresce però il disagio delle componenti più tradizionali dell’elettorato di sinistra, sbigottite dal rapido cambiamento dell’identità politica del Pd. E perciò sempre meno disposte a sostenerlo elettoralmente. Non a caso il Pd renziano non è mai andato, in termini di voti, neppure vicino al plafond elettorale della vecchia formazione dalemian – veltroniana. E ormai stabilmente ben lontano dal 40% alle europee del 2014 raggiunto grazie a astensioni-record! Del resto, come dar loro torto? Il governo e il pd renziano appaiono sempre più vicini a biscazzieri, bancarottieri, evasori, finanzieri, padroni, palazzinari, concessionari autostradali, banchieri! E lontanissimi da lavoratori e pensionati, su cui scaricano il peso delle misure più impopolari!

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Sembrano passate non poche decine di anni, ma ere geologiche, da quando i dirigenti della sinistra intonavano l’Internazionale: "Compagni, avanti! Il gran partito noi siam dei lavorator…

edito dal Quotidiano del Sud

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