Corriere dell'Irpinia

Grottaminarda, Guerriero: la giustizia restituisca speranza agli ultimi

Grottaminarda – La vita di un magistrato.  È tutta nel libro del procuratore della Repubblica  Antonio Guerriero, ultimo incarico a  Frosinone. Dopo quarantaquattro anni di indagini, in giro per il meridione d’Italia, da Foggia, dove è stato sostituto, ad Avellino, a S.Angelo dei Lombardi. Passando dalla Dda di Napoli, per scoprire la criminalilita’pugliese, gli affari delle organizzazioni camorristiche irpine, gli intrecci con la politica, la corruzione. Poi a Teramo e Frosinone, appunto. E vent’anni sotto scorta. Per inseguire la mafia, il terrorismo.  “Il sapore dell’ingiustizia”, così si intitola il suo libro presentato a palazzo Portoghesi, nella sala del consiglio comunale della cittadina ufitana.”Non è soltanto un memoir-dice il giornalista Norberto Vitale, che ha moderato l’incontro- ma anche una riflessione, racconta la difficoltà di chi deve amministrare la giustizia”.

Oltre all’autore del libro, c’erano la consigliera comunale di Grottaminarda, Franca Iacoviello,  delegata al Contenzioso e ai Diritti dei cittadini, che ha trovato in quel libro”contezza del senso della giustizia. Una testimonianza da consegnare ai ragazzi”, il sindaco  Marcantonio Spera e due giovani magistrate: Enrica Nasti, giudice del tribunale di Benevento e Mariella Ianniciello giudice di Cassazione, il presidente della sezione Lavoro della Corte di Appello, Pietro De Pietro, Antonio Ferrante,  direttore generale dell’Asl di Avellino. Il primo cittadino grottese ha sottolineato come, quella del magistrato,”sia una figura importantissima, garante dell’etica dei cittadini e della libertà e della giustizia”. Mentre, dopo gli intermezzi durante i quali sono stati letti dei brani del libro, da Nadia Ianniciello presidente dell’associazione”Il quarzo rosa”, e ascoltate alcune canzoni, firmate da De André e Dalla, cantate da Rino Vitale e Sabrina Caprarella, accompagnati alla chitarra da Luciano Bruno.

Nasti ha, quindi, ricordato la sua prima esperienza nei tribunali del Gargano”dove c’è una criminalità radicata, e l’esperienza al carcere di Nisida, col tribunale dei minori.” Senso di giustizia è riportare la speranza negli ultimi, nei più deboli”. Nadia Ianniciello si sofferma sulla figura del magistrato”che deve agire con cura, equilibrio, umanità e sensibilità. E avere rispetto delle miserie umane. Ha, infatti, un’alta responsabilità. Deve capire, insomma, chi ha di fronte”. Poi è la volta di Antonio Guerriero che ha messo l’accento”su un territorio che ha subito gravissime ingiustizie, oggi ai margini”. E parlando della soppressione dei tribunali di Ariano e S.Angelo dei Lombardi ha riportato un rapporto del Censis: su quello del tricolle confluivano 26 comuni per un territorio di 800 km, in Alta Irpinia sempre 26 per 1200km”. Ha ricordato, Guerriero, gli anni trascorsi ad Avellino, l’attentato al procuratore Gagliardi, miracolosamente uscito vivo, l’interrogatorio a Pasquale Barra, killer della Nco, che aveva chiesto di parlare”con quel giovane magistrato “. E quelli con i più pericolosi omicidi.”Una volta compiuta la loro missione-dice Guerriero-tornavano a casa come se niente fosse. L’essere umano può abituarsi alle cose più terribili senza nemmeno più capire la gravità di quello che commette”. Il senso di”Il sapore dell’ingiustizia”: il racconto di una generazione di magistrati”che ha dovuto affrontare problemi”.”La mafia non è solo quella che spara e uccide, ma è quella imprenditoriale, fatta di incensurati “. Perciò”racconto fatti, non parole. Ed è importante il presidio della legalità.  Ma è una ingiustizia la soppressione dei tribunali. La mazzata finale per questi territori agonizzanti. I progetti devono partire dal basso, fatti da chi vive sui territori. A prescindere dalla politica. Dobbiamo costruire una iniziativa, con tutte le comunità locali, per richiedere il”tribunale di montagna”. E mettere da parte”il campanilismo, altrimenti non andiamo avanti”. Per questo ci vorrà”la pazienza di far capire agli altri la bontà delle idee”. 

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