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Guerre, Gallo racconta l’orrore di ogni forma di violenza

Una riflessione a tutto campo sui conflitti che attraversano il nostro tempo, da quello arabo-israeliano a quello ucraino. E’ quella che consegna il magistrato Domenico Gallo nel volume “Guerre”, Delta 3. Sarà presentato il 28 maggio, alle 17, al Circolo della stampa. Interverranno Beppe Sarno, avvocato, il vescovo di Avellino Artuto Aiello, Maria Grazia Papa, psichiatra, Matteo Zarrella, magistrato, Giorgio Fontana, docente ordinario Unirc, Roberta De Maio, docente, l’editore Silvio Sallicandro. Modera il direttore del Corriere dell’Irpinia Gianni Festa
Gallo cerca di ripercorrere le origini del conflitto ucraino e arabo-israeliano cercando di immaginare soluzioni che vadano al di là del buio, a partire dalla ricerca di vie concrete per uscire dalla guerra. Una narrazione che si pone in continuità con le precedenti pubblicazioni “Guerra Ucraina” e “Il mondo che verrà” e sottolinea con forza la passione per l’umanità di Gallo, mettendo in discussione le narrazioni dominanti, aiutando il lettore a contestualizzare gli eventi nel lungo periodo”.

E’ Alessandra Algostino a sottolineare come “È limpida, sin dalle prime righe, la forte opzione pacifista dell’Autore; è un pacifismo non arreso, che coniuga al disincanto di una interpretazione divergente rispetto al dilagare della «narrazione bellicista» la ricerca di vie concrete per uscire dalla guerra, nella consapevolezza che «se si oscurano le cause che hanno portato alla scoppio del conflitto, … come si fa a rimediare agli errori commessi per impostare un nuovo criterio di convivenza pacifica?». Una riflessione, quella di Gallo, che non può prescindere dalla consapevolezza del legame tra pace e democrazia. “Altrettanto è chiara – prosegue Algostino – la scelta per una democrazia (la democrazia vive aggettivata) nella quale centrale è l’equilibrio dei poteri (fra legislativo
ed esecutivo, ma senza dimenticare l’indipendenza del potere giudiziario) come la tutela dei diritti di tutti, in primis i soggetti fragili, quali le persone migranti”

L’errore da evitare è quello di un approccio semplificatore, di abbandonarsi alla costruzione mediatica e interpretativa dominante e omologante, Gallo dimostra chiaramente come la logica dicotomica della guerra espelle il ragionamento in termini di complessità. Una guerra che si combatte anche su un fronte interno, con lo straniero ridotto a nemico sul quale sperimentare politiche di criminalizzazione ed esclusione e scaricare la
rabbia sociale e la chiusura delle frontiere fino a mettere in discussione il diritto di asilo
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