Corriere dell'Irpinia

I lavoratori Asidep in sciopero: non faremo della nostra dignità merce di scambio

Se non fosse per quei 15 lavoratori precettati, che hanno assicurato la sicurezza degli impianti, lo sciopero all’Asidep sarebbe stato totale. È cominciato tutto lunedì scorso e dovrebbe finire venerdì. Anche se non si esclude che si vada avanti” ad oltranza” se non verranno pagati gli stipendi di maggio e giugno. L’acconto di mille euro, relativo alle spettanze del mese di maggio, che l’azienda ha versato ai 56 lavoratori,  non può comunque essere considerato qualcosa che li faccia fare marcia indietro.

Mentre il presidente dell’Asi, Pasquale Pisano, si dice” convinto di trovare un accordo per revocare l’astensione dal lavoro”, i lavoratori della depurazione irpina, invece, pensano che i vertici dell’Asi debbano fare molto di più. Non solo annunci. Perché i fondi non bastano. Dei 4 milioni all’anno, che sono i ricavi dell’Asi, alla partecipata ne versano poco più di 860 mila euro. Ma poi bisogna pagare i debiti fatti durante gli anni, altri se ne vanno per altre ragioni. Insomma non sono mai sufficienti. Tutto questo sempre in attesa di riprendere la lavorazione del percolato per conto terzi che, secondo i sindacati e gli stessi operai, darebbe una boccata d’ossigeno.

“Un’ altra soluzione- dice Antonio Caruso- sarebbe quella di assicurare l’assorbimento di noi addetti Asidep e applicare un part time in base alle risorse a disposizione”. Ma chi deve prendere decisioni non ne vuole sapere. E nonostante anche gli stessi sindacati, più volte, hanno detto di cercare una soluzione che si avvia verso il sostegno di qualche altra azienda pubblica( si fa il nome di Irpiniambiente, ndr), non si parla che di privatizzare. La politica ancora non si pronuncia. Come nelle grandi vertenze di questa provincia.” Siamo in agitazione- dice ancora Caruso- ma assicuriamo lo svolgimento del lavoro perché anche noi abbiamo cura del nostro territorio”.

E a proposito di un certo tipo di politica, dice che” su questa vicenda la politica regionale ha chiuso un occhio”. L’ Asidep, insomma,”è una vicenda tutta italiana”. Fatta di scatole cinesi. Con tanti milioni di perdite, e un fallimento in vista,”con i ristori azzerati, sembra tutto premeditato “. I due curatori fallimentari, che hanno dato un termine fino al 15 settembre per trovare una definitiva soluzione non potranno “che licenziare ed avere mano libera”. Ma i 56 lavoratori dell’ Asidep non faranno, della loro dignità,”merce di scambio, perché quei mille euro sono retribuzioni maturate”, mentre assicurano, in quindici, il funzionamento e la sicurezza degli impianti. Mentre- conclude Antonio Caruso-attendiamo novità dalla proprietà”.

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