Come accennavo all’inizio, il nodo vero è il rapporto dei pentastellati con gli alleati che sono stati determinanti per il successo finale. Fino ad ora è mancato un vero confronto, mentre è prevalso l’inciucio a parti separate. Ma si capisce che su alcune questioni le posizioni sono molto distanti. Sulla scelta dei rappresentanti istituzionali del Consiglio, sulla qualità di alcuni rappresentanti che dovrebbero far parte dell’esecutivo, sul modello da adottare. Cinquestelle propenderebbe per un governo formato da eletti, mentre gli alleati chiedono un governo di tecnici esterni, con grande competenza e riconosciuti sul piano della trasparenza e della legalità. Come uscire dall’empasse? La logica dei numeri si potrebbe scontrare con la scelta del meglio. Saprà Ciampi rintracciare le ragioni che hanno portato la sua alleanza alla vittoria e fare scelte conseguenti, lontane dal mercato, dagli opportunismi, e di coloro buoni per tutte le stagioni? Glielo auguro sinceramente e sono convinto che le sue qualità umane, il rigore che caratterizza il suo impegno, l’amore per Avellino lo illuminino nell’interesse della comunità.
Mi sia consentito, infine, di esprimere una opinione sulle prime dichiarazione del primo cittadino. Penso che egli più che chiedere ai consiglieri comunali proposte per la governabilità, debba farsi carico di indicare quali sono i punti sui quali intende costituire la maggioranza. Spetta a lui e non ad altri. In particolare a quei mercanti che come la leva dei morti di dorsiana memoria sono pronti a condizionarlo.
di Gianni Festa edito dal Quotidiano del Sud