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I troppi misteri di un genocidio

 

Mentre in Italia infuria la vergognosa strumentalizzazione politica dei flussi migratori, un dossier dell’intelligence austriaca, ha dipanato le non poche ombre sul controverso fenomeno. In realtà i migranti in Libia sono diventati un giro d’affari alimentato dagli oscuri rapporti tra la polizia locale e gli scafisti; le stesse carceri libiche sono diventate centrali operative per le trattative della morte dei migranti. Addirittura i vertici della polizia libica, non poche volte, appartengono alle tribù che alimentano la guerra civile nel paese nordafricano. È questo il quadro scandaloso dell’immigrazione illegale. Frattanto gli sforzi dell’ambasciatore italiano a Tripoli sono continui, anche se il contesto interlocutorio è difficile. In una precedente riflessione sulla complessa materia auspicavo che la magistratura italiana facesse luce completa sugli intrighi connessi, ma una considerazione umana mi urge interiormente ed è rivolta agli operatori delle Ong, impegnati nel soccorso del Mare Mediterraneo che quotidianamente assistono in diretta alla carneficina di vite umane. Mi domando, a riguardo, se la sindrome dell’indifferenza – che attanaglia quelli che in mare non vanno preferendo camminare comodamente sulla terraferma – può consentire di restare a guardare o voltarsi dall’altra parte chi non può restare a guardare dal molo, di fronte ad esseri umani che stanno affogando. Questo dilemma etico ed umano non può essere ignorato da chi non vive la drammaticità di un genocidio il cui computo numerico ufficiale, secondo gli addetti ai lavori responsabili, è certamente inferiore alla reale consistenza. Ma un’altra consapevolezza va riaffermata: anche se gli sforzi di salvataggio in mare dei migranti Sarà la comunità di Ruoti (Pz) ad accogliere il 18 maggio le reliquie di San Rocco. La cittadina lucana si tingerà di bianco e verde i due colori che l’associazione Europea Amici di SanRocco ha abbinato a San Rocco, il bianco, simbolo della fede e il verde che richiama il colore della mantellina detta proprio sanrocchino. Oltre 3000 i pellegrini provenienti da tutta Italia che si riuniranno attorno alla mensa dove verrà celebrata l’Eucarestia e metteranno nelle mani di Dio ogni angoscia, tribolazione e desiderio penna vita serena e di gioia chiedendo l’intercessione di San Rocco. Il 20 maggio si terrà, invece, l’incontro europeo degli Amici di San Rocco, quello che vuole essere un momento di riflessione, di fede e preghiera. Alle 16.30 si terrà la solenne processione con la reliquia del braccio di San Rocco. A guidare i pellegrini mons. Domenico Sigalini e ilProcuratoreFratelCostantino. In prima linea anche le comunità di Trevico e Flumeri. “La Chiesa – spiega Fratel Costantino – proclamando santo il nostro caro San Rocco , lo ha reso nella liturgia oggetto di rispetto e di venerazione e lo ha indicato all’umanità come modello a cui far riferimento. E noi tutti rapiti dal l’esempio di vita di San Rocco ci rivolgiamo alla sua intercessione per ricevere protezione e conforto nelle sofferenze. Il mondo ha bisogno di valori autentici. Di qui l’importanza di riscoprire un campione di fede e di umanità che ci indichi con la sua testimonianza il senso vero della vita”. – per una ipotesi disumana – venissero interrotti, non cesserebbero imotivi che spingono uomini, donne e bambini a rischiare in mare, pur di non morire comunque nei loro paesi di origine, né scoraggerebbero le azioni criminose che alimentano il vergognoso fenomeno. Questa consapevolezza, dovrebbe determinare più responsabilità nelle allocuzioni di merito del vice presidente della camera, costantemente impegnato ad alimentare un populismo approssimato, capace di fare breccia solo nell’animo dei disinformati o di quelli che considerano la solidarietà un’opzione, come un succo di frutta al supermercato. Il relativismo etico che ha vanificato il prezioso connettivo, umano e spirituale, delle comunità, a tutti i livelli, non può essere alimentato dalle ricorrenti e burocrate espressioni “ci sono elementi che lo portano a pensare”. La piccola e grande storia quotidiana ci insegna – credenti o non – che pensare al male è facile, spesso è difficile dimostrare concretamente i fatti, le circostanze e le motivazioni che hanno generato il male stesso: l’amore e la ricerca della verità è buonismo, ma percorso certo per il futuro.
edito dal Quotidiano del Sud

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