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I venti anni del liceo classico europeo

Una riflessione sulle nuove prospettive dell’istruzione

 

Grande festa al Convitto Nazionale di Avellino! La storica struttura di Corso Vittorio Emanuele al traguardo dei 185 anni ( ben portati) dell’istituzione del Liceo Classico voluto dai Padri Scolopi affianca  quello dei 20 anni del  liceo Europeo, attinente a quella casa comune dell’Europa, con dimensioni socio -spazio-temporali che affascinano per vastità di problematiche e prospettive.
Dirigente dell’Istituto e cerimoniera della riuscitissima manifestazione del 13 maggio è un’emozionata Angelina Aldorasi, oggi dirigente del già Regio Convitto Nazionale la quale, in una  affollata Aula Magna, spiega le ragioni che hanno indotto alla costituzione del Liceo Classico Europeo: <<Nel  1992, quando era forte lo slancio del Trattato di Maastricht, fui inserita in una commissione guidata da Romano Cammarata che mirava a creare un nuovo indirizzo di studi che conservasse la tradizione della licealità , rendendola pregna . però, di un respiro culturale più vasto, aperto all’intersezione fra i saperi umanistici e scientifici, per una visione critica della “nuova” realtà europea>>.
Alle soglie del Duemila, pertanto, si voleva inserire i ragazzi in un nuovo percorso formativo che prediligesse anche nuove forme di trasmissione del sapere che andavano ad integrare i tempi ed i modi della cara vecchia lezione frontale, affiancandoli ad una didattica di tipo laboratoriale, strutturata sul cooperative learning, che la recente legge 107 de “La buona scuola” recepisce  come “apprendere insieme, facendo”.
<< L’impostazione dell’insegnamento su base europea presupponeva, però, – precisa la Dirigente – spazi e tempi nuovi per la didattica, rendendo necessari laboratori tecnologicamente dotati, che rendessero sicuri i ragazzi nelle nuove pratiche di comunicazione che già si avviavano decise  verso la globalizzazione.>>.
Dalla relazione della dirigente si evince, dunque, come il CLIL ( apprendimento integrato di lingua e contenuto) e l’ASL ( alternanza scuola-lavoro), decantati acronimi delle nuove indicazioni ministeriali siano già pratiche ben avviate al Convitto nazionale dove già operano, da anni, esperti di conversazione in  madre lingua e frequenti sono i contatti con il mondo del lavoro, anche attraverso la creazione di imprese simulate.
<< I nostri ragazzi- prosegue con soddisfazione la Dirigente- sono messi nelle condizioni con il progetto EsaBac di conseguire con un  solo esame di stato un diploma spendibile sia in Italia che in Francia, liberi dunque di iscriversi ad atenei tanto sul Tevere quanto sulla Senna>>.











Un bel passo in avanti per giovani che si rivelano cittadini d’ Europa più di quanto sembri, vista l’adesione di tanti studenti universitari ai progetti Erasmus, come conferma il Prof. Giuseppe Moricola, docente di Storia delle Relazioni Economiche Internazionali all’ Istituto Universitario Orientale di Napoli che interviene al Convegno del “Colletta” per discutere di Europa. << Non vorrei essere oggi il guastafeste ma va purtroppo riconosciuto che sull’Europa si addensa  una nuvola nera di sfiducia, vista la crisi economica ormai evidente e tristemente pervasiva; alla socialità dei popoli su base culturale si è preferita una architettura sovranazionale fondata su valori economici per natura poco solidali, come dimostrano gli sguardi dei tanti migranti dinanzi ai tanti fili spinati ed i muri del Brennero da elevare.>>.
Il Prof. Moricola, da studioso, non si scrolla di dosso neanche le responsabilità dei tanti accademici che hanno scritto una storia d’Europa fondamentalmente “scorretta”, se non  “omertosa”,  idealizzando tanto l’Europa  del ’900 tra le due guerre mondiali, più vicina ai totalitarismi che alla democrazia, quanto quella del Duemila che poco ha a che vedere anche con quel Sacro Romano Impero dove, almeno al centro, l’impero era forte.
<< La nostra Europa è debole -conclude Moricola- per cui occorre l’impegno di uomini forti>>. Il pensiero va subito a papa Francesco il quale si è recentemente  augurato che ad un’ Europa “nonna” del vecchio Continente che non ricorda più neanche gli ideali di Spinelli subentri un’Europa “madre” che non abbia timore di accogliere migranti con altre identità socio-culturali.
Eppure nell’aula Magna del Convitto si ha ancora la sensazione ottimistica che si possa addirittura avere già un’ Europa “figlia”, visti i  tanti giovani ex- studenti del Liceo Europeo  che intervengono per raccontare le loro esperienze.
 << Al Convitto- esordisce Paolino Salierno, ho imparato a confrontarmi con la parola, come faccio ancora oggi  per professione e per vocazione>> mentre Roberto Montefusco si rivede tra i banchi insieme con i tanti compagni dell’ormai lontano 1995. << Fummo i pionieri del Liceo Europeo, in un alone quasi di incertezza che è poi diventato il punto di forza della nostra vita>>.
Nel sentire tanto entusiasmo, al banco dei relatori siede chi avrebbe volentieri condiviso tale esperienza. << Alla luce delle esperienze che ho poi dovuto vivere all’estero- esordisce Chiara Marciani, assessore alla formazione della Regione Campania- devo ammettere che il Liceo classico Europeo mi avrebbe fatto bene.>>. La Marciani subito insiste sulla necessità di rendere i giovani davvero competititivi, pronti ad inserirsi nel tessuto produttivo. << Ci teniamo che i nostri ragazzi, anche in direzione del traguardo educativo di Lisbona 2020,  beneficino dei tanti contributi che l’Unione europea ancora dispensa ma non è più accettabile lo spreco di denaro per finanziare corsi da tatuatore>>.



L’ assessore parla, dunque, di nuove forme di competizione per inserirsi nel mondo del lavoro che vedono subentrare al caro vecchio voto di laurea quelle attitudini particolari che il mondo anglosassone definisce come soft skills e che occorre potenziare. << Mi occupo anche di pari opportunità e guardo con attenzione al progetto “Nuvola Rosa lanciato pochissimi giorni fa dalla Microsoft,  o a  quello sostenuto dal Ministero “Le ragazze vogliono contare” che, con un gioco di parole, si pone l’obiettivo di rendere le studentesse italiane capaci anche nelle Professioni STEM, afferenti alle Scienze, alla tecnologia ed alla matematica>>.
Dalle testimonianze del convegno emerge, dunque, quanto le nuove tecnologie debbano diventare un approccio trasversale a cui sono chiamati ad attenersi tutti i saperi, come dimostra l’avvento delle classi 2.0 e del sempre più diffuso coding. Entusiasta dell’operare di docenti ed alunni del Convitto Nazionale si rivela anche la direttrice del Csa, Rosa Grano, la quale  non esita a dichiarare che l’istituto è un fiore all’occhiello tra le varie realtà della scuola dell’Irpinia, sulla quale va fatta sempre piena luce. <<La nostra provincia – avverte la Grano- non conosce gli incresciosi tassi di dispersione scolastica che si registrano a livello regionale ma non va mai abbassata la guardia soprattutto per evitare quella mortalità scolastica, intesa come disaffezione allo studio>>.
I ragazzi del Convitto si rivelano, invece, sempre pronti a coltivare i loro  talenti, rivelandosi ora abili attori dell’ “Edipo Re” (con le  attività del Laboratorio Teatrale “Dioniso”, coordinato dalla Prof.ssa Satalino e la  supervisione artistica di Lucio e Salvatore Mazza), ora vivaci giornalisti pronti ad intervistare per Eos, giornale di Istituto, curato dal prof. Caruso,  noti personaggi dell’informazione e della cultura, ora abili ginnasti, distintisi, sotto la guida del Prof. Maietta  alle Convittiadi, raduno annuale dei Convitti d’Italia, di cui i ragazzi del Colletta hanno disegnato anche il logo.
Con tanto impegno è inevitabile che subentri il momento del riconoscimento ad alcuni dei professionisti che operano da anni nell’Istituto come i primi educatori del Liceo Europeo, primo fra tutti Antonio Caradonna, scelto dal rettore Italico Russo per gestire i primi passi del Liceo Europeo, cui hanno aderito nel tempo tanti altri docenti. “La mia  gratitudine- precisa la Aldorasi – va al Prof. Accetta il cui pionieristico impegno del ’95 trova nuova linfa nel sostegno  costante della Prof.ssa Caterini”. Per ringraziare tutti è stato inevitabile, dunque , chiudere la manifestazione con  un brindisi augurale nella palestra dell’Istituto, dove, già al mattino i ragazzi erano stati protagonisti di un momento musicale, della presentazione di una pagina Facebook, curata dal Prof. Spinelli, per gli “Amici del Convitto” e della commemorazione, alla presenza del Prefetto di Avellino e di Monsignor Dente, di Marcello Cucciniello, ex alunno venuto a mancare troppo presto!
La giornata di festa è così volata via tra l’inno di Mameli e quello d’Europa, con un  entusiasmo che ha pervaso tutti i 700 allievi dell’istituto dai 6 ai 18 anni perché al Convitto  si cresce con la convinzione che tra le mura del glorioso Istituto nascono sempre nuove sfide educative perché, del resto, anche il De Sanctis  passò di qui proprio con quella sua idea di “scuola-laboratorio”…

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