AVELLINO – Mettetevi nei panni di un elettore di centrodestra. Già di per sé si tratta di una situazione abbastanza complicata, in Italia, ma se abitate ad Avellino è ancora peggio. Chi votare a questa tornata Amministrativa? Il “centrodestra civico” di Rino Genovese (candidato a sindaco sostenuto da ben cinque liste, tutte rigorosamente senza simboli di partito)? O il “centrodestra politico” di Modestino Iandoli (candidato a sindaco con la sola lista di Fratelli d’Italia)?
Lo abbiamo chiesto direttamente a Iandoli, e non tanto per sentirci rispondere un ovvio “quell’elettore dovrebbe votare me”, quanto per capire le motivazioni che lo hanno portato ad accettare la candidatura a sindaco all’ultimo secondo (fino alla fine, infatti, erano andati avanti i tavoli di centrodestra, sia locali che nazionali, con la speranza di riuscire a ricucire lo strappo della coalizione avellinese).
Ma cosa succede se quella scelta di coerenza ti fa rimanere fuori dai giochi? “In quel caso la nostra vittoria sarà quella di aver gettato basi solide affinché vada meglio la prossima volta. La coerenza paga”. E in caso di ballottaggio? “Decideremo su un eventuale apparentamento solo nel caso di candidati che si dichiarino pubblicamente di centrodestra”.
Cirielli ha illustrato ancora più plasticamente il concetto: “Vi ricordate quello che accadde con la caduta di Conte? Ne approfittarono tutti per farsi un giro sul nascente governo Draghi. Tutti, compresi i nostri alleati di Forza Italia e Lega. Tutti, tranne Fratelli d’Italia. Siamo stati l’unico partito a rimanere all’opposizione. E il risultato è che oggi esprimiamo il presidente del Consiglio di un governo chiaramente e politicamente schierato. Non trovate anche voi qualche affinità con quello che si sta verificano oggi qui ad Avellino?”