Corriere dell'Irpinia

IIA, i sindacati stupiti dalle decisioni del governo: “Se non saranno condivise con gli operai, saranno contrastate”

Valle Ufita –  Le ultime notizie, relative ad Industria Italiana Autobus, e alla presunta chiusura dell’accordo tra gli attuali azionisti pubblici dell’azienda e la Seri Industrial lascia “interdetti” i sindacati che, da subito, hanno provveduto a stilare un comunicato stampa: a livello nazionale, si sono infatti incontrati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic e Uglm. “Nessuna decisione venga presa senza un confronto con i lavoratori”.

Così, all’improvviso, arriva dal Mimit quest’ultima, e ulteriore, tegola nei confronti dei metalmeccanici di Bologna e Flumeri. Eppure, continuano le cinque sigle sindacali, “nel corso di un incontro al Ministero era stato concordato un ulteriore appuntamento, quello del prossimo 23 maggio, in cui poter avere un effettivo confronto”. Una sterzata a 360 gradi, insomma, quella ministeriale. “Come sindacato-scrivono nel comunicato stampa-abbiamo continuato a chiedere un reale coinvolgimento nella difficile partita dei nuovi assetti societari, dichiarandoci non disponibili ad accettare una decisione senza conoscere le reali volontà dei nuovi soggetti e il loro piano industriale”. Hanno “rivendicato”, in questi ultimi mesi, per tre volte, andando a manifestare sotto il palazzo di via Molise, al Mimit di Roma “il diritto ad avere voce in capitolo sul futuro dei due stabilimenti e dei loro posti di lavoro”.

Sindacati e tute blu, inoltre, aggiungono che “la decisione a chi cedere la società, o quote di essa, spetta certamente agli azionisti” ma sottolineano che IIA è a maggioranza pubblica. “Resistenza e tenacia” sono state dimostrate, in tutte le vicissitudini vissute dallo stabilimento, fin dalla sua nascita. Facendo in modo che IIA “potesse continuare a produrre”.

Chiedono, quindi, al Governo “maggior rispetto” e di ascoltare lavoratori, delegati e sindacati. “L’azionista pubblico non lasci la IIA – conclude il comunicato stampa congiunto -. Questa è la condizione imprescindibile. Il governo dia la propria garanzia per il rilancio dell’azienda, per la salvaguardia occupazionale e per il mantenimento della produzione nei due stabilimenti. Altre strade non condivise saranno contrastate”.

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