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IIA, il tavolo al ministero con i sindacati si aggiorna all’11 ottobre

FLUMERI – E’ terminato l’incontro, presso il Mimit, a Roma, tra le segreterie nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic e Uglm e la nuova proprietà di Industria Italiana Autobus. Con l’ad Vittorio Civitillo, si è discusso della vicenda della ex Bredamenarini di Bologna e del sempre più probabile ingresso, in fabbrica, di una multinazionale cinese. Della cessazione della produzione dello stabilimento bolognese, da quanto emerso, si sapeva già. Da prima che la notizia venisse fuori, insomma. E i sindacati indicano Invitalia e Leonardo, ex soci di maggioranza che, di quella cosa, ne erano a conoscenza: “La cessazione della produzione a Bologna – scrivono in un comunicato congiunto le segreterie nazionali dei sindacati – era nota”. A seguito di questi, perciò, “si lavorerà solo a soluzioni condivise” che dovranno prevedere il mantenimento dei posti di lavoro nella fabbrica emiliana.

Inoltre, proprio a testimoniare il fatto che la vicenda dello stabilimento bolognese fosse nota da più tempo di quanto invece è avvenuta, ancora le organizzazioni sindacali scrivono che, Invitalia e Leonardo, conoscevano “perfino la clausola che vieterebbe i licenziamenti per 36 mesi, spesso sbandierata dal Mise”. In realtà, quella clausola “si riferirebbe a quelli effettuati in contrasto con il piano industriale e, quindi, non invocabile per i licenziamenti derivanti dalla cessazione della produzione di Bologna”. Poi la questione dei cinesi: “La direzione di IIA ha dichiarato che è in procinto di essere raggiunta un’intesa, ancora non del tutto vincolante”. I sindacati non sarebbero del tutto contrari a questa soluzione in quanto può essere “una possibilità di investimento. Che – scrivono – ovviamente verificheremo”. E si approfondisce, allo stesso tempo, “la disponibilità colta, della nuova società, a trovare soluzioni per i lavoratori di Bologna”. E come hanno specificato ad inizio del comunicato stampa, “le soluzioni dovranno essere solo condivise”. I sindacati, insieme alle tute blu emiliane e di Valle Ufita, dovranno “individuare attività che sono in grado di saturare anche il personale operaio, attività di assistenza post vendita o prototipazione legata a ricerca, sviluppo e componentistica”.

E, a proposito dello stabilimento di Flumeri, è stata messa in evidenza “la questione dell’efficienza e urgenza produttiva per evadere in tempo le commesse”. Ma anche “la revisione della catena dei fornitori”. Ancora la prossima settimana la direzione aziendale incontrerà la Regione Emilia Romagna. E, in quella occasione, scrivono i sindacati nel comunicato, “confidiamo che possa offrire strumenti di supporto a investimenti credibili”. Perché questo accada, continuano, “sarà necessario che anche il Mimit si faccia carico di accompagnare il percorso”. Prossimo incontro, che seguirà quello in sede locale, a Roma l’11 ottobre prossimo.

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