Corriere dell'Irpinia

IIA, ricapitalizzazione “dimezzata”: i nodi restano irrisolti

Valle Ufita.  In effetti serviranno a poco quei soldi immessi nelle casse aziendali di Industria Italiana Autobus. È una ricapitalizzazione dimezzata, quella decisa ieri nella riunione dei soci di maggioranza, che per due volte avevano fatto segnalare una fumata grigia.

I 25 milioni di euro, non sono proprio quelli promessi per la ripresa delle attività allo stabilimento di Flumeri. Per il momento è una piccola somma, tre milioni e mezzo di lire, che servirà ad altro. E non ad un vero piano di rilancio. Che con quel denaro è davvero difficile progettare.

Toccasana per poco più di tre settimane. A Roma, versante ministero del Made in Italy,  saranno rimasti quantomeno perplessi. Come lo sono i sindacati e, soprattutto,  gli operai di Industria Italiana Autobus. Insomma, tanto rumore per nulla. Perché questa ricapitalizzazione resta solo sulla carta.

Giusto per scongiurare il fallimento. Ma per il resto? Certamente si sta forzando un poco la mano. Le tute blu sono pazienti. Per il momento. Ma sentono che comincia a tirare una brutta aria. Che riprendono le furbate, insomma. Le impressioni raccolte a botta calda, comunque, parlano di” pannicello caldo che non servirà a niente”.

La questione IIA non ha avuto, dopo tante attese, la svolta sperata. I tre milioni e mezzo, che non costituiscono certamente la soluzione migliore, serviranno a cosa? Per capire che qualcosa non torna basta fare due conti: le spese che servono  per la gestione, di un mese, dello stabilimento ci vogliono quattro milioni. Cioè più dei soldi effettivamente immessi e decisi nella riunione di ieri. Ma non è che si sta decidendo una lenta agonia ed un abbandono con molta discrezione? Insomma, se non interviene, e in modo anche abbastanza deciso, il Governo Meloni, il ministro Urso, la deputazione irpina sparsa tra i  Chigi e Madama, la situazione potrebbe solo precipitare.

Il nodo, per tutti, se gli azionisti fanno questa specie di gioco sporco,  non è stato ancora sciolto. La fabbrica di valle Ufita deve restare in mani pubbliche. Con un piano industriale ancora sconosciuto.” Il tempo sta scadendo- dicono in coro sindacati ed operai, durante le loro assemblee”.

Ma, oltre al tempo che trascorre, anche le parole, troppe, non servono più. Per il segretario generale della Fismic, Giuseppe Zaolino,” quella di ieri è una azione per prendere tempo. Per decidere, più in avanti, un assetto definitivo”. Per Zaolino IIA deve restare in mano pubblica. Ma la vera intenzione della triade di maggioranza degli azionisti, invece, è la stessa?

In attesa delle prossime mosse dei vertici della fabbrica e, in special modo, del governo e delle istituzioni,” bisogna agire in maniera coesa e sinergica- si legge in un comunicato della Fiom Cgil-, evitando atteggiamenti corporativi ed individualistici”.    Giancarlo Vitale

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