Corriere dell'Irpinia

“Il civismo è spesso la veste stracciata del trasformismo. Parola di De Mita”. Iandoli, la sfida dei valori

Modestino Iandoli è uno storico militante della Destra, uno che non ha mai cambiato partito, che nella politica e negli ideali ci ha sempre creduto, che non ci ha pensato neppure per un momento di rinunciare al simbolo e cedere alla tentazione civica.

Però i valori e la militanza non bastano a vincere le elezioni, o no?
“Recuperando il monito di Ciriaco De Mita, posso affermare convintamente che il civismo è spesso la veste stracciata del trasformismo, la scorciatoia dell’indistinto. Lei dice che i valori e la militanza non bastano a vincere le elezioni ed ha ragione, ma senza valori non esiste prospettiva. Non esiste programma senza la politica, esiste tutt’al più la gestione del potere. Noi siamo in campo per vincere, nella certezza di essere gli unici a poter parlare di rinnovamento e discontinuità, a poter rivendicare di non avere nulla a che fare con il disastro di questi anni e dei lustri precedenti. Rappresentiamo l’unica opzione di cambiamento su cui gli avellinesi possono investire”.

Crede ancora nei partiti?
“Certo, perché quando non ci sono i partiti restano gli uomini soli al comando. La politica si fa nei partiti, che vivono di valori e regole condivise, di pluralismo e contendibilità, nell’ambito dei quali si discute, si costruiscono percorsi collettivi, leadership condivise. Senza i partiti resta il mercato, l’algebra, la somma fredda di interessi particolari”.

La Destra, il centrodestra, ad Avellino non ha mai vinto. Che cosa si aspetta?
“La maggioranza degli avellinesi vuole un cambio radicale di rotta ed è a loro che ci rivolgiamo con la forza della nostra storia e delle nostre idee, con un simbolo che oggi rappresenta il primo partito del Paese, nel nome del centrodestra di governo, un centrodestra maturo, maggioritario, con una classe dirigente riconoscibile. Stavolta c’è chi ha detto no alla scorciatoia dell’indistinto, c’è chi ha deciso di sfidare la città sulla politica, sul cambiamento vero, credibile, necessario. Gli avellinesi ci premieranno”.

Lei non fa appello solo all’elettorato di Destra...
“Ci rivolgiamo a tutti gli avellinesi che vogliono cambiare con la determinazione ad aprire al protagonismo di tutte le migliori energie e le migliori competenze di cui la comunità dispone. Una volta arrivati a Palazzo di città coinvolgeremo profili ed esperienze funzionali al nostro progetto di futuro, rifiutando la logica della fedeltà per far prevalere quella del merito. Una parola che in questi anni è stata drammaticamente calpestata”.

Qual è la caratteristica qualificante del suo impegno politico?
“Tre parole: competenza, merito, inclusione. Il commercio è in ginocchio, le casse comunali sono devastate, i servizi sociali sono un buco nero, non c’è classifica sulla qualità della vita che non ci veda agli ultimi posti per quanto riguarda tutti gli indicatori più importanti. Avellino deve tornare ad essere comunità ma perché questo accada è necessario che tutti si sentano di nuovo cittadini, è necessario che nessuno resti indietro o solo. La mia ossessione è innanzitutto questa”.

Come si affronta la questione morale in città?
“Il punto è solo politico. Il messaggio più devastante è quello che è arrivato ai nostri ragazzi in relazione alle evidenze emerse rispetto ai concorsi, perché un nostro figlio o un nostro nipote dovrebbe credere nel valore del merito e dello studio, dovrebbe immaginare di vivere il proprio futuro qui? Dopo di che non si può governare di nascosto e non deve accadere più”.

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