Corriere dell'Irpinia

Il corteo dei vincitori al centro storico con Laura in testa: dai tafferugli in piazza Libertà al saluto emozionato ai dipendenti comunali affacciati alle finestre

AVELLINO“Di là i comunisti stanno morti! Li abbiamo battuti. Li abbiamo asfaltati”. Comincia da qui, poco dopo le 16, il tour che i vincitori hanno voluto fare passeggiando con la neo sindaca Laura Nargi in testa. Da via Matteotti (chiusa al traffico dalla polizia municipale per consentire i festeggiamenti) hanno toccato i punti storici della città, passando per piazza Libertà (dove ci sono stati alcuni tafferugli per fortuna subito sedati); per piazza Municipio (dove il portone del Comune però era chiuso e la neo sindaca si è allora intrattenuta qualche minuto a salutare i dipendenti comunali affacciati alle finestre: “Ci vediamo domani”!), poi al Duomo (con tanto di fuochi d’artificio) e poi risalendo per lo Stretto e tornando in piazza Libertà e di nuovo al comitato elettorale di via Matteotti.

Una folla che ha sfilato con la rabbia accumulata nell’intenso mese di campagna elettorale (per la gran parte speso a difendersi dalle accuse ‘giudiziarie’) e con la gioia di aver conquistato il potere cittadino. I primi ad arrivare al comitato elettorale di via Matteotti sono stati alcuni attivisti della coalizione, quelli che erano stati sguinzagliati nei vari seggi per acquisire in diretta (prima ancora della prefettura) i dati delle singole sezioni. All’inizio dello scrutinio si era partiti con un lieve vantaggio di Gengaro, ma è durata poco. “In un vidiri e svidiri” (come direbbe Camilleri) la situazione si è ribaltata.

Lo spoglio è stato velocissimo. Già poco dopo le 16, quando ancora non c’era l’ufficialità, era nettamente in vantaggio la Nargi. Già da quel momento sono iniziati i festeggiamenti. Sono arrivati gli ex assessori e gli ex consiglieri Geppino Giacobbe, Antonio Genovese, Marianna Mazza, l’ex consigliera comunale Monica Spiezia (eletta cinque anni fa con la Lega, poi durante la consiliatura passata al fronte Festiano, per rifinire ora nella nuova coalizione del ‘campolargo civico’ nata al ballottaggio con l’apparentamento, ufficioso, tra le tre liste della Nargi e la coalizione di Rino Genovese, con il parere contrario della sola lista Cittadini in Movimento dell’avvocato Massimo Passaro).

Ancora qualche minuto e arriva anche la vincitrice: l’auto di Laura Nargi si ferma proprio all’inizio di via Matteotti, ormai chiusa al traffico “per eccesso di folla”, e viene subito accerchiata dai festanti e dai giornalisti. Baci, abbracci, cori e fumogeni. Per fare i dieci metri che la separano dall’ingresso del comitato elettorale ci mette quasi un’ora. E’ un tripudio di selfie e di congratulazioni. Davanti all’ingresso del comitato abbraccia il padre.

Poi una piccola pausa all’interno del bar che si trova accanto al comitato e poi via, si va in strada: qui c’è prima il gesto di fair play di Gengaro, che si avvicina alla vincitrice e l’abbraccia, poi parte una lunga cavalcata a piedi, con la Nargi in testa, per le strade del centro storico. Si passa prima per piazza Libertà, proprio dove, sul lato destro, c’è il comitato elettorale degli sconfitti: qualcuno di loro è ancora lì, nonostante ormai il risultato dello scrutinio sia stato ufficializzato; fissano i partecipanti al corteo della Nargi e alzano le braccia incrociando i polsi come a preannunciare una nuova ondata di arresti. La provocazione è pesante. Qualcuno si stacca dal corteo e si fionda sui provocatori. Sferra un calcio, ma le forze dell’ordine intervengono immediatamente (anche perché l’intera scena era stata ripresa da un drone che ha seguito l’intera ‘passeggiata’ dall’inizio alla fine). Vengono tutti identificati e si evita che la situazione possa ulteriormente degenerare.

Nel frattempo però la testa del corteo non si era accorta di nulla ed era già arrivata nei pressi del Municipio. C’è chi vorrebbe già entrare all’interno del Palazzo di Città, come a prenderne simbolicamente il possesso. E’ la stessa Laura Nargi ad intervenire: “Fermi! Fermi! Richiudete quella porta! No! Ho parlato con il comandante, mi ha detto che il Comune ora è chiuso. Non possiamo entrare. Rispettiamo le regole”. “Però – aggiunge – che bello essere di nuovo qui davanti”. Allarga le braccia. Alza la testa e vede che sul ponte a vetrate che unisce l’edificio comunale inferiore con quello di fronte ci sono alcuni dipendenti comunali affacciati: “Lo vedete? C’è ancora qualcuno che dice che i dipendenti comunali non lavorano, quando invece lavorano il triplo degli altri!” E li saluta, quasi con le lacrime agli occhi per la felicità e l’emozione: “Ciao! Ci vediamo domani”.

Già qui nel cortile antistante il Municipio si iniziano a vedere i primi alleati del ballottaggio: Angelo Antonio D’Agostino e Rino Genovese sono venuti a porgere i loro omaggi alla neo sindaca di Avellino. A congratularsi. Più tardi, nella successiva tappa del corteo davanti al Duomo di Avellino, arriva anche Livio Petitto. Qui, come poco prima in piazza Libertà, vengono fatti esplodere dei fuochi d’artificio.

Poi si torna indietro, questa volta passando per lo Stretto: qualcuno si permette di suggerire alla sindaca di evitare di tornare a passare per piazza Libertà, ma lei tira dritto, “…e perché dovremmo cambiare strada per colpa di qualche teppista? La strada che vogliamo fare è quella, e quella facciamo. Andiamo dritti”. E tutti via di nuovo in marcia. Si ripassa in piazza Libertà e questa volta non c’è nessun avversario arrabbiato. Si va lisci anche per il Corso e poi di nuovo a via Matteotti. Il tour della vittoria finisce qui, anche perché si sta facendo tardi e tra un po’ gioca la Nazionale, agli Europei. Riposo. Poi ci sarà tempo per le analisi politiche, anche se alla fine il succo sta tutto lì, all’inizio del tour in via Matteotti: “I comunisti hanno perso la città di Avellino”. Di nuovo. 

 

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