Corriere dell'Irpinia

Il doppio passo di Tommasino

DI ALDO VELLA

Non potevo che scrivere con la stilografica, come facevamo al Liceo Colletta, di Tommasino Gengaro, compagno di classe, ma soprattutto di ballo. Eravamo un gruppo indissolubile tra cui lui, io, Luciano Lucadamo, Tranquillino Benigni, che per i nostri incontri ballerini metteva a disposizione villa Italia. Si fittava la ‘600 dal padre di Benito Grasso per fare il ‘trasporto ragazze’ (la villa era abbastanza fuori mano isolata allora). Balli lenti alla Neil Sedaka, quando occorreva, ma era con il rock ‘n roll di Elvis che Tommasino si scatenava: nessuno di noi sapeva come lui fare in ‘doppio passo’ e far roteare a 360° la dama. Un ragazzo pieno di vita, sempre pronto a organizzare: l’anima del gruppo (io era alquanto più timido e per nulla intraprendente).

Negli anni ’60, dopo il liceo, ci siamo persi di vista, un po’ tutti in verità: i brani della vita sono brani: finiscono, ne cominciano altri, forse meno spensierati, pieni di nuove responsabilità cui non si è talora ancora pronti. E Tommasino è rimasto così com’era nella mia memoria: quello del passo doppio. Insuperabile

 

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