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Il Governo le spara grosse

 

Che lo statista di Rignano sull’Arno abbia portato a palazzo Chigi le atmosfere bullesche del bar del suo paese, tra cui l’abitudine a spararle grosse, ce ne siamo accorti da tempo. Tuttavia, negli ultimi giorni si è confermato imbattibile nelle balle spropositate, di cui era già primatista! A RepIdee, intervistato da Scalfari, ha affermato – quanta ignoranza e quanta presunzione insieme! – che "in 63 governi nessuno ha fatto meglio di noi!" E allora un certo De Gasperi, protagonista della ricostruzione post-bellica, a volerne citare solo uno? Comunque, pensavamo che a spararle così grosse fosse solo lui. Invece, come sempre, chi va con lo zoppo impara a zoppicare!
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Così anche altri ministri hanno cominciato, come si dice, a "dare i numeri", dipingendo di rosa il Belpaese del Caro Leader Renzie- Io- Song. Madonna Boschi, alla Camera, ha imprudentemente sparato la cifra a casaccio di 500 milioni di risparmio prodotti nell’immediato dalla sua riforma (Renzie aveva parlato addirittura di un miliardo!). E più in là 320 milioni all’anno dal superamento delle province e 20 dalla soppressione del Cnel. Infine, come direbbe Marzullo, la balla più balla di tutte: “Che Fmi, Ocse e UE indicano nei prossimi dieci anni una crescita dello 0.6%grazie alle nostre riforme”. Però la Comissione UE ha abbassato le stime per il 2016. E le cifre diffuse dalla Ragioneria dello Stato sono diversissime! Solo 49 milioni risparmiati per il minor numero dei senatori e la limitazione delle indennità ai soli deputati. Sulla spesa del Senato di 540 milioni di euro una riduzione di appena il 9%! E i risparmi per l’abolizione del Cnel? Pari solo a 8,7 milioni. Quelli derivanti dalla soppressione delle province "non sono allo stato quantificabili". Fine della storia. Anche Padoan si va pericolosamente renzizzando. Fino a ieri molto prudente, deve aver capito la tecnica delle promesse! Ora dice, come uno di quei venditori di oroscopi favorevoli di cui abbonda anche la tv: "La pressione fiscale arriverà al 40% in pochi anni…L’Italia ha un debito molto elevato e ci siamo impegnati a cominciare a farlo scendere, a cominciare dal 2016". La realtà è, però, che il debito pubblico è in (forte) crescita. E la tassazione inchiodata al 43%!

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La manfrina governativa è stata puntualmente smentita da due personaggi a capo di importanti istituzioni che non diffondono terrorismo psicologico o disinformazione! De Rita (Censis) nei giorni scorsi ha parlato di "sanità negata". Nonostante la spesa sanitaria a carico dei contribuenti sia molto cresciuta, ben 11 milioni di italiani (2 milioni in più del 2012) hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie nell’ultimo anno per impossibilità di pagarle di tasca propria. In particolare, si parla di ben 2,4 milioni di anziani. E di 2,2 milioni definiti millennial, cioè giovani e giovanissimi precari o senza lavoro. Data la scarsità delle loro risorse finanziarie, essi rinunciano per prima cosa a curarsi! Una vera e propria macelleria sociale aggravata dal governo Renzi anche con il famigerato decreto Lorenzin, che ha eliminato migliaia di esami dal prontuario. E i dati Istat? Dicono che l’economia italiana – dai ritmi di crescita molto moderati, a breve ancora più deboli – non può creare né ricchezza né nuova occupazione!

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L’unica ripresa positiva avvertibile é quella dall’incantesimo renziano. I segni ci sono tutti. La pesante perdita elettorale subìta dal Pd. I fischi all’assemblea di Confcommercio. Le perplessità degli industriali sulla ripresa. Il forte logoramento dell’immagine. I bassissimi livelli di audience nelle sue apparizioni televisive. E la preghiera dei candidati sindaci di Roma, Torino e Bologna di non farsi vedere prima dei ballottaggi. Sarà per questo che andrà a S.Pietroburgo in quei giorni?
edito dal Quotidiano del Sud

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