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Il mese più caldo degli ultimi trent’anni

È ufficiale aprile 2024 è stato, a livello globale, il mese più caldo degli ultimi 30 anni con una temperatura media dell’aria in superficie di oltre 15 °C, 0,14 in più rispetto al record di aprile 2016.  Lo certificano i dati di Copernicus il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea. Una tendenza che attesta e conferma le previsioni degli scienziati, perché la stessa temperatura media globale ha toccato un picco proprio negli ultimi 12 mesi. Questo è l’undicesimo mese consecutivo per il quale è stato registrato una temperatura più calda rispetto agli anni precedenti per i quali abbiamo dati. Pertanto questa è una delle serie più lunghe di record che riguardano la temperatura globale che abbiamo visto negli ultimi decenni.

Non ci inganni la pioggia e il freddo di questi giorni. Nelle Filippine e in Cambogia sono state chiuse le scuole dai rispettivi governi per le ondate di calore. Temperature pericolosamente alte si hanno in India, in Bangladesh e nell’Africa sub sahariana. Quello che conta è la temperatura media globale che è di 1,61 °C sopra la media dell’epoca preindustriale. Abbiamo superato già oggi quel limite di 1,5 °C rispetto al livello preindustriale sottoscritto nell’Accordo di Parigi del 2015 da raggiungere alla fine del secolo. Inoltre questo è il decimo mese consecutivo in cui ci troviamo nei pressi o al di sopra di questo limite.

Non se la passa bene nemmeno il mare che nonostante la fine del Niño le temperature superficiali a livello globale restano alte. Dato tutti questi record risulta sempre più evidente che sta avvenendo un cambiamento nel sistema climatico e dobbiamo chiederci se abbiamo raggiunto un possibile punto di svolta. Gli scienziati ne hanno individuato anche le cause dell’effetto serra: eccessive emissioni di anidride carbonica prodotta dal consumo di combustibili fossili. Ma l’Homo sapiens sperando di arricchirsi sempre più a discapito delle risorse della Terra sta cinicamente cambiando l’equilibrio della biosfera avviandosi verso cambiamenti seminati di alluvioni e siccità che porteranno dolore e morte senza capire che il pianeta è uno solo, che i cambiamenti climatici non trattano con nessuno e che riguardano settentrionali e meridionali, orientali e occidentali, potenze nucleari e non, poveri e ricchi senza eccezioni. Allora è tempo di tagliare le emissioni di anidride carbonica per rallentare un cambiamento climatico sempre più evidente.

Michele Zarrella

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