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Il messaggio straziante di Daniela: “Vincerò la mia battaglia”

SAVIGNANO IRPINO- Daniela De Rosa, 43 anni, medico veterinario di Savignano Irpino ha voluto lanciare un messaggio per scuotere le coscienze, affiidando alla Città di Ariano un video in cui racconta il suo calvario per combattere il virus, una battaglia che sta vincendo, ma anche stimolare tutti a guardare il volto di chi, anche per colpe non sue, ha dovuto combattere per il bene della sua famiglie e delle sue bambine. E’ un messaggio di speranza, perché Daniela sta uscendo dal tunnel più buio ma anche di esortazione alla responsabilita’, quella che è mancata a qualcuno. Vale più di mille megafoni in strada il video nella sala di isolamento del Rummo di Benevento dove è ricoverata da più di una settimana. Un pugno nello stomaco per chi ancora crede che si possa scherzare con un nemico insidioso come il Covid.
“Innanzitutto e prima di ogni cosa devo ringraziare il sindaco di Savignano, il mio paese e i volontari della Protezione Civile che si sono a dir poco immediatamente attivati per aiutare me e la mia famiglia in questa terribile situazione. Vi saluto tutti. Sono stati vicino a noi prima come persone e poi come istituzioni. Doveroso per me salutare e ringraziare il personale del Rummo di Benevento. Qui ho trovato alcuni angeli custodi che mi hanno aiutato a sopravvivere e spero di conoscere quando uscirà di qui senza mascherine e tute, anche se non potrò mai di e ticare  le loro voci e i loro occhi, che sono state il contatto con il mondo esterno”. Il pensiero di Daniela non va solo a loro, ma anche a chi l’ ha abbandonata : “Doveroso ringraziare anche chi mi ha fatto conoscere fin dove può arrivare la malvagità dell’essere umano- dice la dottoressa-. Grazie alle persone che hanno deliberatamente deciso di stare lontano da me, dalla mia famiglia e dalle mie due bimbe. Perché ho capito quale persone non voglio più nella mia vita”. E poi il senso del suo messaggio: “Adesso vi spiego perché sono qui, a mandarvi questo messaggio soprattutto a chi vorrà sentirlo e non solo ascoltarlo. Mi spiace anche se urtero’ la sensibilità di qualcuno ma è stata una scelta ponderata. Perché un comunicato scritto, anche accompagnato da una fotografia non avrebbe dato la stessa idea e il pensiero che voglio trasmettere. Sono chiusa in isolamento in una stanza di ospedale da così tanti giorni che non li conto piu’, non ho contatti con nessuno, se non due volte al giorno, non posso aprire la finestra. Uno con i medici e l altro quando mi arriva il pranzo e la cena, che mi lasciano sul carrello e devo prendere mantenendo una distanza di metri. Il coronavirus mi ha provocato una grave polmonite interstiale bilaterale con grave insufficienza respiratoria. Io sono una donna di 43 anni che prima di questo episodio godeva di ottima salute. Se all’improvviso mi sono attaccata a questo respiratore e a combattere con la morte e con il Covid 19, che aveva deciso di prendere me e fare la mia conoscenza. Questa è stata dopo la morte di mio padre l’esperienza più brutta della mia vita. Ho comabttuto per tornare dalla mia famiglia e dalle mie figlie”. Una battaglia che vede uno spiraglio però, quella di Daniela, per lei arriva il primo tampone negativo, ne servira’ un altro per definirla guarita, ma è un passo importante: “Oggi, dopo il primo tampone negativo ho tirato un leggerissimo sospiro di sollievo- spiega- perche’ sto vincendo la mia battaglia. Non ci sono parole per descrivere le sensazioni che hanno attraversato in questi giorni il mio corpo, la mia anima e la mia mente. Ma una certezza ce l’ho. Se non vieni toccato da una tale disgrazia e travolto e catapultato vicino alla morte non potrai mai renderti conto del dolore e della disperazione che si prova”. Ecco perché ha deciso di metterci la faccia e lanciare questo messaggio : “Ecco lo scopo del mio messaggio e oggi lo posso raccontare, se non dopo giorni di insufficienza respiratoria–continua Daniela- Non ancora tutti, se non pochissime persone hanno capito di cosa stiamo parlando. Non so se per ignoranza o hanno ancora paura o per la presunzione di essere al di sopra di qualcuno o qualcosa. Il fatto è che pochissimi hanno capito. E io oggi volevo che molti mi vedessero per guardare se riuscite nei miei occhi e nel mio corpo la sofferenza che si deve affrontare questo virus. Ci sono state falls ovunque, ma partiamo da noi. Quanti  di noi non hanno rispettato i decreti? Quanti di noi assolutamente consapevoli di diversi autoisolarsi e mettersi in quarantena non si sono sentiti in obbligo di farlo e per questo hanno messo in pericolo e continuano a farlo la loro stessa vita, quella del prossimo e la mia, che mi trovo qui per l’atteggiamento di una di queste persone”. L’irresponsabilita’, quella che sta mettendo a rischio centinaia di persone : “Ognuno di noi deve fare la sua parte, inutile prendersela con le istituzioni. Se poi sappiamo di essere portatori del virus e continuare ad andare al lavoro e a fare la spesa. Siamo stati tutti colpevoli a diversi livelli e gradi. Ma soprattutto chi lo ha fatto deliberatamente sapendo di delinquere. Penso di avere espresso quantomeno un minimo di concetto. Ognuno deve svolgere il suo compito e pochi lo hanno fatto e lo stanno facendo. Ecco perché ci ho messo la faccia e ho voluto farmi vedere qui dentrp con il mio amico respiratore, con la mia mascherina che mi hanno salvato la vita insieme ai medici e a Dio”.
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